Il rendimento dell’attaccante esterno portoghese è sempre stato uno dei temi caldi; ultimamente se ne parla ancora di più per via dei suoi alti e bassi con l’allenatore.
Dopo diverse panchine consecutive, Rafael Leao è tornato in campo, sembra con spirito più collaborativo: il giornalista de Il Foglio Giuseppe Pastore ne ha parlato a Cronache di Spogliatoio.
“Di sicuro, e torno ad un discorso che si faceva 20 giorni fa, secondo me è tempo perso chiedere a Leao: “Eh ma non copri, non accorci sull’esterno”. Perché Leao: A non ha mai fatto queste cose, B non mi pare avere tutta questa attitudine quindi davvero “a lavare la testa al mulo si perde tempo e fatica”, mi pare fosse così il proverbio ma non volevo fare paragoni animaleschi, zoologico. E terzo, si mortifica Leao, perché è un giocatore talmente bello, talmente pericoloso”.
La posizione al Bernabeu
“Il Leao di Madrid è stato un giocatore estremamente largo, perché da quella parte c’era Lucas Vaszquez, perché da quella parte il Real Madrid soffre terribilmente. E poi anche perché Leao ha fatto male al Real Madrid lì. È giusto metterlo lì ed il Milan è stato perfetto a Madrid”.
La svolta
“Il Real era in gran difficoltà quando di lì c’era Leao. Tolto Leao al 70esimo, il Milan è sparito, anche perché si è preoccupato a difendersi. Ma il pur applicato Okafor non ha neanche la metà dei gol dell’imprevedibilità di Leao. Quindi Leao va fatto giocare lì senza chiedergli la corsa all’indietro”.
Più centrale
“A Cagliari anche per il lavoro chiesto a Camarda è stato più centrale nell’azione del secondo gol, è davvero un movimento da prima punta. Tra l’altro un gran movimento, un gran gol. Io continuo a pensare che Leao abbia un’enormità di cose da imparare e da poter imparare da questo punto di vista. Se a 25 anni lo stiamo ancora aspettando da questo punto di vista, è anche un suo difetto ed è stato anche un suo difetto”.
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