La colpa di Franco Lerda in terra salentina fu di non vincere tutte le partite: il Lecce l’anno passato si ritrovò in Lega Pro facendo un doppio salto all’indietro e la nuova proprietà, leggasi famiglia Tesoro, pensava che la terza serie fosse una scocciatura di non poco conto da cui riemergere a stretto giro di posta. I giallorossi avevano tanti giocatori di livello, di sicuro di una o due categorie superiori, ma in Prima Divisione non conta solo il tasso tecnico: ci vuole grinta, spirito di sacrificio, umiltà. Così dopo una partenza a razzo agli ordini, per l’appunto, di Lerda, il Lecce cominciò a balbettare a cavallo del nuovo anno, ne vinse una soltanto in cinque uscite con la sconfitta di San Marino che fu fatale al tecnico piemontese; arrivò Toma che non riuscì ad evitare i play-off, per quest’ultimi ci si affidò all’esperto Gustinetti, che fallì allo sprint finale contro il Carpi, dopo la delusione (e non solo quella!) dalle parti del Via del Mare decisero di ripartire da due salentini doc, Francesco Moriero in panchina e Fabrizio Miccoli in attacco.
La fascia di capitano all’ex palermitano suscitò qualche critica e per molti fu il motivo dell’addio di Giacomazzi, andò via anche l’altro idolo di casa Chevanton, il tutto mentre Lerda da casa se la rideva: lui, mandato via per un periodo di flessione e su presunto diktat dei senatori presenti in squadra, nel giro di nove mesi aveva potuto assistere a un fallimento dopo l’altro della squadra che gli aveva dato il benservito un po’ troppo frettolosamente, con Moriero che ha cominciato il campionato in corso come peggio non poteva. Non più Girone A, tradizionalmente più morbido, ma quello B, tuttavia non può essere una giustificazione alle quattro su sconfitte in altrettante gare, un ruolino che ha mandato definitivamente in confusione la proprietà. Quest’ultima ha fatto quadrato, ha preso atto della situazione e complice anche la rivoluzione della rosa rispetto alla passata stagione ha deciso di tornare sui proprio passi: incarico dunque a Lerda, che firma un nuovo contratto fino a giugno con opzione per l’anno prossimo. Nessun orgoglio o ripicca, l’ex trainer di Crotone e Torino ha accettato l’incarico:
“Ho deciso di tornare perché sentivo di aver lasciato il mio lavoro a metà. Volevo prendermi una rivincita su un punto in sospeso della mia carriera. Lecce è una piazza importante dove mi rimetto completamente in gioco. Da dove si parte per rilanciare la squadra? Dall’allenamento di oggi e dei prossimi giorni. Qui c’è un gruppo di giocatori validi, c’è entusiasmo e voglia di ricominciare a fare punti. Già da domenica prossima quando avremo una sfida difficile con una serie di giocatori indisponibili”.
Compito non facile quello di Lerda: da un lato rimetterà piede in uno spogliatoio che si dice non l’abbia mai amato (anche se epurato di alcuni big che furono la vera causa della rottura netta tra tecnico e squadra) dall’altro dovrà rapportarsi con una società che lo mise in dubbio dopo 34 punti in 20 partite (non tantissimi a dire il vero) e che in generale non gode dei favori della tifoseria. Un ambientino caldo da cui la piazza leccese sta faticando e non poco a cacciarsi fuori, a meno di due anni dalle partite di Serie A contro i giganti del calcio italiano.
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