Juventus
L’ex Juventus lancia una dura frecciata: “Sentirmi dare ancora oggi del traditore o del mercenario”

Zambrotta replica alle accuse post-Calciopoli: “Nessuna offerta a vita dalla Juve, altrimenti sarei rimasto. Basta con ‘traditore’ e ‘mercenario’!”.
Gianluca Zambrotta, ex giocatore della Juventus e campione del mondo 2006, ha rilasciato un’intervista “Passa dal BSMT” di Gianluca Gazzoli, ripercorrendo il suo legame con i bianconeri. “Lo scudetto del 5 maggio 2002 è stato quello più emozionante. I giocatori dell’Inter hanno avuto paura. C’è stata una grandissima festa dopo due anni in cui arrivavamo secondi. Conte era tra i più scatenati”, ha raccontato con un sorriso, evocando l’esplosione di gioia di quella giornata storica. Ma il ricordo si tinge di amarezza per la finale di Champions del 2003 persa contro il Milan: “Abbiamo avuto la sfortuna di non avere Nedved, che era una furia in quegli anni, vinse anche il Pallone d’Oro. Come ha detto Lippi, nessuno voleva tirare i rigori, tutti scappavano”.
Un occhio al presente con fiducia e critiche
Guardando alla Juventus di oggi, Zambrotta applaude Igor Tudor, che “ha ridato cuore alla squadra” dopo l’addio di Thiago Motta. Crede che la qualificazione alla Champions sia alla portata, ma non risparmia critiche: “Nicolò Fagioli andava gestito meglio, non ceduto”. Per l’ex terzino, il futuro bianconero passa da un’identità italiana più forte, con nomi come Sandro Tonali che potrebbero incarnarla. La sua analisi è quella di chi ama il club e vuole vederlo tornare grande, con la grinta che ha sempre contraddistinto la Vecchia Signora. Zambrotta parla da tifoso, oltre che da ex giocatore, con un equilibrio tra passione e lucidità.
“Non chiamatemi traditore”
A chi ancora lo critica per aver lasciato la Juventus dopo Calciopoli, Zambrotta risponde con chiarezza: “Perché non sono sceso in Serie B? Non ho mai ricevuto una proposta per restare con un contratto a vita, altrimenti l’avrei valutata. Mi dispiace sentirmi dare del traditore o del mercenario”.