Buona la prima anche in Liga per il Real Madrid che supera l’Almeria in rimonta con le reti di Lucas Vazquez e Alaba

Mentre il Barcellona zoppica all’esordio, il Real Madrid ottiene 3 punti sul campo dell’Almeria e comincia così la corsa al titolo della Liga. Un 2-1 in rimonta, con i gol di Lucas Vazquez e Alaba a rovesciare nel secondo tempo il vantaggio acquisito dai padroni di casa con Ramazani. Era il sesto minuto, Rudiger si era fatto sorprendere nello spazio e il veloce attaccante biancorosso si era presentato davanti a Courtois con solo il 25% di probabilità di trovare il varco per superare Courtois, secondo l’elaborazione grafica vista in tv. Un numero che si accompagna a tanti altri che servono per descrivere la partita, più avvincente del previsto.

Numeri impressionanti. Quando le cifre parlano a senso unico, c’è qualcosa che non quadra. Certamente indicano la capacità di reazione della squadra di Ancelotti, ma in proporzioni così massicce da essere il frutto di un’incapacità a concretizzare la colossale mole di gioco prodotta. Alla fine della gara i blancos hanno prodotto 29 tiri (17 dei quali prima del riposo, quindi 17 conclusioni senza soddisfazione), 12 corner nel primo tempo (su uno dei quali Rudiger ha cercato di farsi perdonare ma ha colpito il palo), un possesso nettamente superiore e una propensione ad agire sulla sinistra in zona offensiva (del resto la vivacità di Vinicius è continua, non conosce pause e per un talento così giovane – e così già decisivo – è forse il miglior certificato possibile di maturità.

La forza e i cambiamenti. Il modo di agire del Real Madrid è all’apparenza quello di una squadra conscia della sua forza che esprime in dose massicce e che – di conseguenza – induce a interpretazioni essenziali, basate sull’idea che con un parco tecnico di così alto profilo è normale che trovi il modo per fare la differenza. In realtà, l’esordio con l’Almeria, dice quanti cambiamenti sa proporre nella sua gara e non solo perché tutti sanno diventare all’occorrenza attori protagonisti. Se nella finale di Supercoppa con l’Eintracht la gestione della partita era stata sicura, qui Ancelotti ha corretto in corsa difetti di formazione e di condotta.  Camavinga e Tchouameni portano troppo palla e si fanno aggredire? Li si sostituisce e la manovra diventa più fluida. Benzema nella ripresa si è messo sul centrosinistra, con l’idea che quel passo indietro servisse ad alimentare il dialogo con Vinicius, a creare nuove soluzioni, ad arrivare in area invece che ad abitarci e non è un caso che l’1-1 sia nato con il loro reciproco contributo. E poi, la cosa più importante di tutte: la mobilità collettiva, non frenetica e codificata, e che però porta ognuno a trovare lo spazio dove agire per il meglio. Su tutti Modric, ovviamente: lo trovi a sinistra a crossare, inserirsi al centro e conquistare la punizione decisiva, agire con Kroos per gestire fasi di respiro ed eccetera eccetera, talmente sono tanti i compiti che sa svolgere. Aggiungete un dettaglio: Alaba che si alza dalla panchina e va a trasformare la punizione vincente al primo pallone che tocca. Aggiungetene un altro: Alaba era già andato in gol mercoledì con l’Eintracht. Quante squadre hanno un difensore così decisivo senza che questa sia la sua migliore fase della carriera

Come passa il tempo… L’Almeria mancava da 8 anni in Primera Division, normale che l’entusiasmo l’abbia portata a fare una grande gara. L’ultima volta che le due squadre si erano affrontate il Real Madrid aveva vinto 4-1, con gol di Isco, Bale e doppietta di Cristiano Ronaldo. In panchina, Carlo Ancelotti. Il tempo passa, ma non per tutti allo stesso modo, come sa chi ha visto Brentford-Manchester United 4-0…

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ultimo aggiornamento: 15-08-2022


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