Quando nell’autunno di tre anni fa Luca Toni realizzò che Antonio Conte non gli avrebbe dato spazio, decise di lasciare la Juve per imbarcarsi in un’avventura negli Emirati Arabi Uniti che per molti era il preludio della fine della sua pur gloriosa carriera; in pochi avrebbero invece predetto che all’Al Nasr il mitico Luca Toni ci sarebbe rimasto giusto il tempo di mettere a segno 7 gol, perché poi fece ritorno alla Fiorentina timbrando il cartellino per 8 volte, quindi alla non più tenera età di 36 anni si trasferisce al Verona nonostante da Firenze gli garantivano una scrivania e un posto in società. No, il lungagnone da Pavullo nel Frignano voleva e vuole ancora giocare a pallone, fare gol, come oggi pomeriggio quando ha segnato al Friuli di Udine con la maglia dell’Hellas, il gol numero 300 in carriera: “menga poc“, mica pochi come era scritto sulla maglia celebrativa che ha mostrato subito dopo il gol.

Cominciò a gonfiare la rete nel Modena in terza serie, quindi Empoli, Fiorenzuola e Lodigiani, e ancora Treviso, poi l’esordio in A col Vicenza, le conferme a Brescia e Palermo, l’exploit di Firenze, il Mondiale, a Monaco di Baviera diventa un’icona, quindi torna nel Belpaese via Roma, passaggio al Genoa, sfizio Juve, emiri, ritorno in Toscana, ennesima rinascita a Verona; sedici gol in Nazionale, Scarpa d’Oro 2006, chi più ne ha più ne metta, la sua soddisfazione è palese:

“Sono strafelice perché questo gol è servito non solo per arrivare a 300 ma per raccogliere quei punti che avremmo meritato da tempo, perché ultimamente ne facevamo pochi. E’ stata decisamente una giornata perfetta. Ho cominciato nella mia Modena in C1 e ho segnato tantissimi gol in tante squadre, vincendo il Mondiale e la Scarpa d’oro e poi la Germania. Posso dire che la mia è stata una carriera stupenda e ogni gol è stato speciale. La scritta sulla maglia? Sono molto legato alla mia famiglia, alla mia terra, e ho scritto Menga Poc. Il mio futuro? Vediamo, speriamo di salvare il Verona e poi decideremo a fine anno”.

Oggi a Udine in gol anche Totò Di Natale, suo coetaneo a quota 201 gol in Serie A (contro i 134 di Toni, 35esimo nella classifica all-time) e 301 tra i professionisti, due “vecchietti” ancora capaci di stupire, così tanto che lo stesso centravanti modenese a fine gara osserva amaro:

“Nel tunnel ho parlato con Totò Di Natale e ci siamo detto che se siamo ancora noi a fare gol le società devono cominciare a preoccuparsi. Ci fa piacere segnare ma bisogna trovare dei giovani bravi, puntare di più su di loro. Adesso ci sono molti che fanno due presenze e pensano di essere già giocatori”.

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ultimo aggiornamento: 14-12-2014


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