Con la doppietta rifilata al Genoa (dopo 5 turni di secca) ha raggiunto quota 15 gol in campionato, diventando il secondo miglior marcatore italiano della Serie A, dietro solo a Ciro Immobile (il capocannoniere è Tevez, con 18 reti). Luca Toni ieri sera è intervenuto a Tiki Taka, il programma di Italia 1 condotto da Pierluigi Pardo, ed ha fatto un bilancio della sua carriera, rispondendo anche alle domande sulla sua possibile convocazione per i Mondiali in Brasile.
Il centravanti dell’Hellas Verona ha colto l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. A proposito della sua esperienza con la maglia della Fiorentina, ha detto:
A Firenze mi davano per finito, ma io volevo ancora giocare e a Verona ho dimostrato di poterlo fare ancora bene. Non me l’aspettavo nemmeno io una stagione così positiva, ma sapevo che potevo fare ancora bene. La Fiorentina voleva farmi fare il dirigente, invece ho dimostrato di poter giocare ancora a grandi livelli.
Alla luce della continuità delle sue prestazioni è dunque inevitabile fare un pensierino a Brasile 2014. Ma Toni, 37 anni a maggio prossimo e Campione del Mondo nel 2006, dimostra saggezza:
Dipenderà da Prandelli e da quali caratteristiche vorrà dai suoi attaccanti. Penso sia giusto che si affidi a chi l’ha portato in Brasile e chi ha fatto due anni di sacrifici per qualificarsi. Poi inciderà anche lo stato di forma. Io sarei onorato, ma se non mi dovesse chiamare non ne farei un dramma.
Toni, secondo il quale alla fine la Juventus conquisterà il terzo scudetto consecutivo perché è una squadra che “sbaglia una partita, non di più”, ha commentato la sua carriera:
Gli anni migliori sono stati a Palermo e Firenze, dove ho vinto la Scarpa d’oro, il primo italiano a vincerla. Poi anche al Bayern dove ho vinto tutto. Magari ci sono arrivato un po’ tardi, ma si vede che la mia strada era quella. Mi sono tolto grandi soddisfazioni.
Meno fortunate le parentesi con le maglie di Roma e Juventus (dove fu fatto fuori da Conte), ma se Toni a questa età è ancora così prolifico un motivo ci sarà.
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