È il quotidiano La Repubblica a riportare una notizia che riguarda un personaggio che per molti anni ha fatto parlare di sé, nel bene e nel male, il mondo del calcio nostrano. Luciano Gaucci avrebbe tentato di corrompere un pubblico ufficiale, Ciro Nazario, caporale del I reggimento dei Granatieri di Sardegna, con una banconota da cinquanta euro per superare la fila all’ufficio immigrazione della questura di Roma.
Ad accusarlo è proprio il militare dell’esercito che avrebbe subito la pressione da parte dell’ex presidente del Perugia calcio.
L’episodio risale a tre anni fa. Gaucci arriva all’ufficio immigrazione della questura, in via Teofilo Patini, zona Tor Cervara, in tarda mattinata, accompagnato dall’autista e dalla moglie; il vulcanico presidente, che ha portato nel calcio che conta un allenatore come Serse Cosmi ma anche oggetti misteriosi come Saadi Gheddafi (nella foto insieme a lui), deve sbrigare una pratica relativa a un ricongiungimento familiare (la compagna è di Santo Domingo). Secondo l’accusa, Gaucci avrebbe chiamato in disparte il militare assegnato al controllo all’interno della sala d’aspetto mostrandogli prima cento euro e poi prendendo dalla tasca una banconota da cinquanta e mettendogliela in mano. Una mazzetta con l’obiettivo di raggiungere subito lo sportello, bypassando la lunga e fastidiosa fila.
Una furbata che però è stata prontamente denunciata dal giovane militare, che ha rifiutato i soldi dell’ex dirigente sportivo. Lo stesso Nazario ieri ha raccontato nell’aula di tribunale:
Tra chi sta in coda e i parenti, quotidianamente, all’ufficio immigrazione di via Patini ci sono fino a 700 persone. Quella mattina a controllare la fila c’erano cinque agenti. Come sempre dobbiamo verificare la sicurezza della sala, nel caso ci siano elementi delittuosi o si sviluppino situazioni a rischio. Gaucci è arrivato, non ha ritirato nemmeno il numeretto e si è diretto verso di me. Se avessi accettato la sua offerta, che non ho fatto, avrei potuto farlo passare sulla corsia per disabili e mandarlo allo sportello. In pochi minuti avrebbe sbrigato la sua pratica.
Ecco da dove nascono i nuovi guai giudiziari di Gaucci, tornato in Italia nel marzo 2009 dopo quattro anni di latitanza nella Repubblica Dominicana e dopo aver patteggiato la pena di tre anni per bancarotta fraudolenta e reati fiscali.
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