Vanderlei Luxemburgo, allenatore del Flamengo ed ex ct del Brasile, ha deciso di protestare in modo singolare contro una squalifica di due giornate comminatagli dalla Federazione calcistica brasiliana. La scorsa settimana il tecnico si è lamentato apertamente del regolamento sull’utilizzo degli juniores in campionato. La norma vigente infatti vieta di tesserare più di 5 giovani calciatori delle squadre giovanili, una condizione che ha impedito a Luxemburgo di concedere una chance ad alcuni ragazzi ritenuti da lui meritevoli di esordire in prima squadra.
Parlando di un giovane difensore, Leonardo, il tecnico ha detto che i dirigenti della federazione “andrebbero presi a bastonate” per aver pensato ad un regolamento che vieta alle squadre di puntare sui giovani. Proprio per questa espressione forte la Federazione ha deciso di squalificarlo per due giornate, mandandolo su tutte le furie. Il tecnico ha interpretato la squalifica come un tentativo di censura nei suoi confronti:
«Non si può nel 2015 vivere ancora momenti di dittatura. Mi sono sentito violentato e aggredito come cittadino. La mia non era un’espressione da interpretare letteralmente, ho preso una posizione contro la CBF che impedisce ai giovani di giocare e anche in futuro criticherò ciò che dovrà essere criticato. Non mi farò mai zittire da nessuno».
Dopo aver spiegato le sue ragioni l’allenatore ha chiuso simbolicamente la sua bocca con un cerotto ed ha abbandonato la conferenza stampa, sottraendosi alle domande dei cronisti.
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