Diego Armando Maradona può rateizzare il suo debito con il fisco italiano, che ammonta a 40 milioni di euro. Tuttavia l’ex Pibe de Oro non intende versare questa cifra. La telenovela che riguarda le vicende fiscali dell’argentino continua con una nuova puntata. Ieri Equitalia Sud, in una nota diffusa alla stampa, ha fatto sapere che alla fine dell’incontro con il legale di Maradona, Angelo Pisani, è stata confermata la possibilità di pagare il debito a rate, un po’ come era successo con Valentino Rossi qualche tempo fa:
L’incontro è stato richiesto dall’avvocato dell’ex calciatore argentino per avere informazioni sulla posizione debitoria del suo assistito. Equitalia Sud ha ribadito che l’attività di riscossione adottata nei confronti di Maradona è stata eseguita secondo quanto previsto dalla legge e in osservanza delle sentenze emesse dalle autorità
giudiziarie competenti. Inoltre, è stato chiarito nuovamente che la legge consente a Equitalia la possibilità di rateizzare il debito.
Se Maradona accettasse questa soluzione potrebbe tornare in Italia da cittadino libero, senza subire ulteriori iniziative di riscossione coatta, come avvenuto al momento del celebre pignoramento dell’orecchino (e di due rolex) dell’ex fantasista del Napoli. Tuttavia, come abbiamo anticipato in apertura di post, le intenzioni dell’ex fuoriclasse argentino non paiono andare in questa direzione. Infatti l’avvocato Pisani ha confermato che la posizione del suo assistito resta la stessa di sempre:
Maradona non è mai stato un evasore come attestato dai giudici. Non abbiamo mai chiesto la rateizzazione di un debito che riteniamo inesistente poiché non è mai stata compiuta alcuna violazione fiscale da Maradona, come da Ferlaino, Careca e Alemao, che poi sono riusciti a spuntarla davanti ai giudici. Ieri abbiamo protocollato la richiesta di autotutela firmata da Maradona.
In pratica, pur non avendo impugnato l’accertamento fiscale, per il quale Ferlaino, Alemao e Careca sono stati successivamente assolti dalla commissione tributaria centrale, Maradona ha chiesto parità di trattamento, invocando gli articoli 3 (uguaglianza sostanziale dei cittadini) e 97 (imparzialità dell’azione amministrativa) della Costituzione.
Ricordiamo che la disputa tra l’ex fuoriclasse argentino e il fisco italiano va avanti da più di 20 anni; soltanto pochi mesi fa Maradona aveva tenuto una conferenza stampa sul tema proprio a Napoli.
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