Storie da Inter. Correva l’anno 1995, quando Massimo Moratti prima comprò (dalla Roma) e poi si affezionò (non poco) a Marco Branca nei primi anni della sua presidenza, seppur il centravanti di Grosseto non fece propriamente faville con la maglia dell’Inter (52 presenze in campionato e 23 gol) tanto che fu venduto per un milione di sterline al Middlsebrough, all’epoca in seconda serie. Lucerna, poi Monza, quindi per Branca arrivò il fatidico momento di appendere gli scarpini al chiodo e interrogarsi sul futuro: che fare? Dopo la cocentissima delusione del 5 maggio, Moratti alzò la cornetta e chiamò il suo vecchio pupillo offrendogli un ruolo in società: capo degli osservatori. Dopo un anno la promozione a direttore dell’area tecnica con ampi poteri in sede di mercato: iniziò così la carriera da “quasi” direttore sportivo per Branca, un decennio tra scelte azzeccate e clamorosi flop.
Quindici i trofei vinti dall’Inter dallo scandalo di Calciopoli agli ultimi sussulti di leonardiana memoria, anni in cui Branca si è contraddistinto, oltre che per l’eleganza, per il modo di apparire il meno possibile e per le controversie legate ad alcune sue scelte di mercato. Indubbiamente il dirigente nerazzurro, orfano di Gabriele Oriali dal 2010 (quando fu allontanato per divergenze con la società all’indomani del triplete), è stato abile a piazzare alcuni colpi (da Sneijder a Maicon, da Eto’o a Milito senza dimenticare José Mourinho), ma anche estremamente ingenuo a tesserare un Diego Forlan indisponibile per la Champions, a virare su Rafa Benitez dopo i fasti di Mou, fino all’ultima campagna acquisti, condotta sì con la cinghia tirata per diktat del presidente, ma al netto delle possibilità con molte più ombre che luci.
C’è da dire che molti giocatori arrivati alla Pinetina sono stati esplicitamente richiesti da Stramaccioni, protetto di Moratti per antonomasia, e che a volte se Branca non è riuscito a fare centro è dipeso anche dalle scarse possibilità economiche (la vicenda di gennaio legata a Paulinho è esplicativa in questo senso), ma nonostante giustificazioni varie (infortuni) ed eventuali (demeriti di Stramaccioni), dopo due lustri di fedele lavoro l’avventura di Branca dietro la scrivania di Corso Vittorio Emanuele pare giunta al capolinea. Dopo la sconfitta col Bologna lo stesso Moratti ha avvisato che “Branca e Stramaccioni restano se cambiano i risultati“, mettendo per la prima volta in dieci anni in dubbio il suo prediletto circa una permanenza per gli anni a venire.
Poco prima del fischio d’inizio col Bologna, Branca appariva sereno: “Abbiamo già un’idea sulla squadra di base per la prossima stagione e per quello che ne so sia io sia Stramaccioni ne faremmo parte, anche se poi queste decisioni le prende solo il presidente“, dopo il ko interno la sua poltrona ha cominciato a traballare vistosamente. E non aiutano i tifosi che da anni combattono tramite petizioni e pagine ad hoc create sui social network affinché Moratti faccia qualcosa. A mò di esempio riportiamo il testo apparso sull’account Twitter del gruppo organizzato Curva Nord Milano:
“Noi tifosi dell’inter raggruppati in tutto il mondo, firmiamo questa petizione per chiedere al presidente Massimo Moratti di licenziare il Direttore Dell’Area Tecnica Marco Branca sostituendolo con Gabriele Oriali ex Direttore Dell’Area Tecnica dell’Inter per competenze altamente superiori come dimostratosi in passato”.
L’ennesima dimostrazione che Marco Branca, nonostante l’impegno, sia quasi arrivato al capolinea della sua avventura da direttore dell’area tecnica interista: Moratti ci pensa, i tifosi lo hanno bocciato, i nuovi acquisti da qualche tempo lo mettono in imbarazzo. In casa Inter si prospettano rivoluzioni.
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