Giuseppe Marotta non ha alcuna intenzione di muoversi dalla Juventus. Nei giorni scorsi sono circolate voci di un interessamento da parte di due dei prossimi candidati alla presidenza del Barcellona: oltre al dg bianconero, piace molto il diesse Fabio Paratici, legato a Marotta da una lunga collaborazione oltre che amicizia.
“Io e Paratici – dichiara Marotta a Premium Sport prima di Juventus-Chievo – ci troviamo benissimo qui, alla Juventus ci siamo consacrati e realizzati fino in fondo. Stiamo benissimo con Agnelli, Nedved, Allegri e la squadra. Abbiamo creato un modello vincente, Non c’è il rinnovo del contratto – ha spiegato – perché praticamente siamo legati a vita alla Juventus, e se la società deciderà di cambiarci ne prenderemo atto. Ma non ci sono questi presupposti perché il rapporto è idilliaco”.
Un altro degli argomenti caldi del momento è la decisione dell’Inghilterra di ridurre il mercato estivo del 2018: Marotta è da tempo favorevole alla stessa operazione anche in Italia, e lo ribadisce anche oggi.
“Siamo favorevoli alla chiusura anticipata del mercato. È un sentimento di tutte le nostre società e anche di quelle estere. Un mercato più corto è opportuno – continua – perché così lungo crea dei problemi all’interno dei club. Una società preparata credo che possa fare un mercato in un lasso di tempo più ristretto. Quando inizia il campionato bisogna avere la testa sgombra, quindi sono favorevole a un’uniformità sulla data di chiusura e a una chiusura limitata al mese di luglio”.
A proposito di mercato, tra pochi giorni si gioca Barcellona-Juventus, due club che si sono incrociati durante la sessione estiva per Dybala, che però i bianconeri sono riusciti a trattenere.
“Juve e Barcellona sono due club di blasone e non significa che si siano indebolite, anzi. La partenza di Bonucci ha un significato romantico ma abbiamo chiuso la campagna trasferimenti con un organico che ci soddisfa e credo anche il Barcellona anche se ha dovuto subire l’uscita forzata di Neymar, in un periodo di mercato che volgeva al termine ed era difficile sostituirlo”, conclude.
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