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Marotta: «Lautaro capitano? Le premesse ci sono. Farei all in su Haaland. Sul derby…»

L’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, alla Milano Football Week ha risposto alle domande su diversi temi di mercato e non solo

Presente alla Milano Footbal Week, l’ad dell’Inter, Beppe Marotta, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.

VITTORIA CHAMPIONS? –: «Vincere la Champions oggi è un’utopia. Cataloghiamo la cosa come un sogno, però ai sogni poi bisogna credere. E se svanisce, vuol dire che ne creeremo un altro…».

SCUDETTO OBIETTIVO PER L’ANNO PROSSIMO? –: «Lo è sempre, lo scudetto rappresenta la manifestazione più importante in Italia, quella più cara a tutti. È normale che vogliamo che il palmares si arricchisca di un’ulteriore vittoria. Poi dobbiamo fare i conti con avversari importanti. Quest’anno abbiamo assistito anche a una cavalcata straordinaria da parte del Napoli e considero straordinario il merito del Napoli più che il demerito delle altre. La speranza è che l’anno prossimo si possa ancora essere di più competitivi».

COSA FAREI IN CASO DI VITTORIA DELLA CHAMPIONS? –: «Qualcosa ce l’ho in mente. Siccome è un sogno ed è una cosa lontana, preferisco tenermela per me. Sarà qualcosa di “appagamento”, ma intanto non cominciamo a cullarci nel sogno e buttiamoci nella realtà dove ancora non siamo sicuri di essere passati. Quindi dobbiamo essere tutti umili e concentrati».

VANTAGGIO DELL’ANDATA –: «Siamo avvantaggiati ma dobbiamo leggere bene il momento, motivati, convinti di farcela e di raggiungere qualcosa di importante. Non bisogna cullarsi sul risultato, l’esperienza mi insegna che le casistiche ci sono».

LA FINALE? –: «Rappresenterebbe tantissimo per tutto il mondo nerazzurro: tifosi, società, giocatori. Poi dal punto di vista economica è una competizione che non dico che arricchisce le società, però avvicina il concetto di sostenibilità».

PESERÀ PIÙ IL BILANCIO IN CAMPIONATO O IN CHAMPIONS? –: «Oggi il consuntivo non può che essere positivo: la valutazione ora è da sette, se in campionato fossimo stati più avanti sarebbe stata da 9-10. Qualcosa non ha funzionato ma non è giusto addebitare tutto al mister. Le responsabilità vanno condivise con management e società. Inzaghi ha recuperato da quel momento di negatività e superato nettamente l’esame».

PROTAGONISTI I PARAMETRI ZERO –: «Io sono l’apice dell’area sportiva e all’Inter abbiamo creato una squadra nella squadra. I meriti vanno ad Ausilio, Baccin, Zanetti che hanno costruito questa squadra. Quando si fa questo lavoro c’è sempre un’attività di scouting dietro. Spesso il calcio è visto come un fenomeno improvvisato, invece le competenze servono per fare meglio rispetto ad altre società. Questo modello è frutto del lavoro di persone competenti, che hanno agito con una proprietà forte che ci hanno sostenuto. Bisogna considerare anche gli ingaggi e il costo del lavoro, ma abbiamo ottenuto scudetto, Coppa Italia, due Supercoppe. E perso una finale di Europa League, va ricordato».

LAUTARO CAPITANO? –: «Sta crescendo, ha 25 anni. A questa età essere capitano è qualcosa di forte. Lui è un bravissimo giocatore ma anche un uomo che ha valori, le premesse ci sono».

RINNOVO BASTONI –: «Non voglio fare paragoni. Dico solo che Bastoni è una persona molto seria, un ragazzo in gamba, bene assistito da un ottimo procuratore. Non sono fiducioso ma quasi certo – e uso il quasi perché non sono sicuro al 100% – che si possa arrivare a una conclusione positiva. E con Dzeko troveremo insieme una soluzione..».

CI RACCONTA STEVEN ZHANG? –: «È giovane ma sa leggere i fatti velocemente, lo chiamiamo “the fox”, la volpe. Ascolta molto e l’ascolto per me è qualcosa di importante. Parla poco e dice sempre cose sensate. Si appassiona sempre di più al calcio, per lui la sconfitta è qualcosa che lascia il segno ma è una persona positiva ed entra molto nelle questioni. L’ultima parola è sempre la sua, ma sta a noi convincerlo delle bontà delle sue scelte».

GIOCATORE SU CUI ANDREI ALL IN? –: «Non dico sia il più forte ma di sicuro uno “pesante” è Haaland, che ho sfiorato alla Juve: ha potenzialità e fa reparto da solo».

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