Juventus
Marotta scioccante sulla Juventus: “Nata grazie a me…”

L’ex direttore bianconero si confessa: “Così ho risollevato la Juve”. Retroscena e analisi di un’era.
Giuseppe Marotta, oggi presidente dell’Inter, è una figura centrale nel calcio italiano, con un passato alla Juventus che parla di successi e intuizioni geniali. Arrivato a Torino nel 2010, ha preso una squadra in difficoltà e l’ha trasformata in una corazzata, vincendo sei scudetti consecutivi e orchestrando colpi di mercato come Pogba e Tevez. Dopo l’addio alla Juve nel 2018, Marotta ha abbracciato la sfida Inter, riportandola al titolo nel 2021 e consolidandola tra le grandi. Le sue parole, pronunciate il 10 aprile 2025 all’evento “Il Foglio a San Siro”, gettano luce sul suo passato bianconero e sul presente nerazzurro, con uno stile diretto e riflessivo.
L’importanza della Next Gen: un tuffo nel passato
Parlando dei bianconeri, Marotta ha dedicato attenzione al progetto Juventus Next Gen, da lui fortemente voluto: “A Torino ho lasciato un’eredità come la Next Gen, che qualcuno oggi critica, ma che per me resta un’intuizione valida. È una squadra che aiuta i giovani a crescere e a fare il salto verso la prima squadra”. Ha poi aggiunto, con un velo di orgoglio: “Ci ho creduto molto, era un modo per guardare al futuro del calcio italiano”. Un passaggio che rivela quanto quel progetto, pensato per valorizzare i talenti emergenti, resti per lui un punto di forza della sua legacy bianconera, nonostante le difficoltà incontrate negli anni successivi. In queste ultime ore, è stato deciso il futuro di un giovane promettente della Next Gen.
Le parole di Marotta sulla situazione Paratici
Sul suo ex collaboratore Fabio Paratici, con cui ha condiviso successi alla Juventus, Marotta ha risposto ai rumors di mercato con un sorriso: “Leggenda metropolitana milanese, questa che io abbia bloccato il suo arrivo al Milan. Non è vero, e se arrivasse sarei contento: mi darebbe stimoli e, perché no, mi farebbe anche incazzare”. Una battuta che nasconde una verità: il rispetto per un professionista con cui ha costruito una dinastia alla Juve, ma anche la consapevolezza che un suo ritorno in Italia alzerebbe il livello della competizione.
