Alessandro Matri al Milan, tutto fatto, tutti contenti: oddio, i tifosi juventini non sono stati proprio felicissimi di saperlo accasato presso i rivali rossoneri, ma in fin dei conti Adriano Galliani, su insistenza di Max Allegri, è stato colui il quale ha voluto per davvero il giocatore di Sant’Angelo Lodigiano. E viceversa, dato che per Matri è un ritorno all’ovile piacevole, per tre motivi: si avvicina a casa, riparte da un club blasonato e ritrova un allenatore con cui si capisce al volo dai tempi di Cagliari. E così dopo due anni e mezzo di intensa juventinità, Mitra Matri deve fare i conti con la numero nove del Diavolo e con le prime parole di rito da nuovo giocatore milanista; queste le sue impressioni a caldo all’uscita della sede in Via Turati, come riportate da MilanNews:
“E’ un’emozione unica tornare dove sono cresciuto, ci sono tanti fattori per fare bene. Allegri? L’ho sentito ieri quando mi ha comunicato l’acquisto, ora tocca a me fare bene. Ci sono state altre squadre che mi cercavano, ma quando ho saputo del Milan ho cercato di forzare per il mio arrivo qui, è un ottimo punto da cui ripartire. La Juventus è forte, è favorita per lo Scudetto visto che ha vinto gli ultimi due, ma noi cercheremo di mettere in difficoltà i bianconeri e le altre. Maglia numero 9? E’ una maglia importante, la sognavo da bambino quando la indossavano Van Basten, Weah e Inzaghi. Onorerò questo numero. Mondiali? E’ un obiettivo, fare bene nel club ti porta in Nazionale. Mi auguro di fare bene qui, conosco bene l’allenatore e lui consoce bene me, l’inserimento sarà più semplice”.
Ora l’attacco del Milan dovrebbe essere apposto con El Shaarawy, Balotelli, Matri e Pazzini, senza dimenticare Robinho, Saponara, Niang e, chissà, Honda (o Kakà). Galliani è soddisfatto dell’inserimento in squadra di Matri e fa paragoni col passato di un certo tipo: “Indosserà la maglia numero 9. Mi ricorda l’arrivo di Inzaghi nel 2001, speriamo che Alessandro possa ricalcare le orme del grande Pippo“. Matri-monio perfetto, la Juve è già il passato. E’ il calcio, signori.
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