Gli appassionati di Premier League avevano già notato Michael Owen da qualche mese, era il 1998 e il diciannovenne del Liverpool aveva fatto irruzione nel calcio inglese come un terremoto, ma è stata la sera del 30 giugno dello stesso anno a rivelare il talento cristallino del ragazzo di Chester al mondo. Si giocavano i mondiali di Francia e in programma c’era la sfida tra la nazionale inglese e l’acerrima rivale, per motivi sportivi ma non solo, Argentina. I sudamericani erano passati in vantaggio dopo appena sei minuti con Batistuta, ma Shearer aveva pareggiato i conti su rigore quasi immediatamente. È il 16 quando Owen riceve palla a centrcampo, la porta avanti con il tacco, punta e salta Chamot si invola verso l’area e buca Carlos Roa, è 2-1 e in Inghilterra hanno il loro nuovo Wonder Boy.
Così inizia la storia sportiva di Michael Owen, vicenda nella quale oggi si scrive un’altro importante capitolo: il giocatore, attraverso il suo sito ufficiale, ha fatto sapere che questa sarà la sua ultima stagione con gli scarpini ai piedi, poi diventerà a tutti gli effetti un ex calciatore. Con poche ma sentite parole ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a rendere la sua carriera speciale, da sogno come lui stesso l’ha definita:
È un grande giorno per me perché annuncio il ritiro a fine stagione. Posso ritenermi fortunato di aver fatto una carriera che mi ha portato a giocare in club importanti come Liverpool, Real Madrid, Newcastle, Manchester United e Stoke. Per un ragazzo indossare maglie di club così prestigiosi è un sogno. Non ce l’avrei fatta senza il supporto dei compagni di squadra, degli allenatori, degli staff, dei tifosi e dei miei sponsor personali. Voglio ringraziare pubblicamente tutti per il loro aiuto. E poi voglio ringraziare la mia famiglia, a cominciare dalla mia moglie meravigliosa, Louise, che ha sopportato gli alti e bassi della mia carriera e mi ha regalato splendidi figli. Ringrazio anche mia madre che mi è stata particolarmente vicina nei momenti difficili, i miei fratelli e sorelle Terry, Andy, Karen e Lesley. Infine, ma non ultimo, mio padre, che mi ha insegnato molte cose.
Il gol di Michael Owen in Inghilterra – Argentina a Francia 1998
Terry Owen, padre di Michael, era un ex calciatore professionista ed è stato lui ad infondere la passione per il calcio al figlio. All’età di 12 anni, nel 1991, entra a far parte delle giovanili del Liverpool dove esordirà nei professionisti nel 1997, andando per altro subito in gol contro il wimbledon. Al termine della sua seconda stagione tra i grandi, disputata da titolare, arriva la convocazione per i mondiali di Francia e in una calda sera d’estate nello stadio di Saint Etienne il giovane Owen mostra a tutti di che pasta è fatto. La sua Inghilterra perderà poi ai rigori, ma questo non impedirà all’attaccante di essere nominato come miglior giovane della competizione iridata. Nello stesso anno sarà anche eletto rivelazione della stagione di Premier League 1997/1998.
Nel 2001 trascina i Reds verso la vittoria di ben cinque trofei: la Coppa di Lega, l’FA Cup, la Charity Shield, la Coppa Uefa e la Supercoppa Uefa. A fine anno la sua carriera raggiunge forse quello che è il punto più alto, vince infatti il Pallone d’Oro. Nel 2004 si trasferisce al Real Madrid ma la sua stagione in Spagna stenta a decollare e così, dopo appena 12 mesi, torna in patri per vestire la maglia bianconera del Newcastle. Sulle rive del Tyne resterà per quattro stagioni, ma riuscirà a collezionare solo 80 presenze a causa di una serie di infortuni. Il primo, il più grave, se lo procurà durante la partita inaugurale dei mondiali 2006 contro la Svezia, starà fermo quasi un anno. La sfortuna continua a perseguitarlo, a mettere fine alla sua esperienza al Newcastle una frattura alla caviglia, resta così svincolato alla fine della stagione 2008/2009.
Il Manchester United decide di puntare su di lui, alla corte di Ferguson gioca per tre stagioni dove avrà modo di farsi stimare dai compagni per la sua professioanlità e dai tifosi per un gol al 96′ che regala la vittoria ai Red Devils nel derby contro il City. Il 28 febbraio 201o arriva l’ennesimo infortunio, uno strappo al bicipite femorale che chiuderà con largo anticipo la stagione. Ferguson, nonostante ciò, gli rinnova la fiducia per un altro anno, al termine del quale si ritrova di nuovo svincolato. Si arriva così allo Stoke City dov’è approdato quest’anno, non trova moltissimo spazio e così decide che la sua carriera può anche finire qui. Owen ha 34 anni, è stato un simbolo della nazionale inglese con la quale ha disputato 89 partite e messo a segno 40 gol, e del calcio britannico più in generale, a tutti gli appassionati di calcio dispiacerà pensare che dalla prossima stagione non sarà più possibile vederlo in un campo a rincorrere il pallone o a esultare per un gol.
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