La sosta per le Nazionali non risparmia critiche al Milan feroci. L’ultima è davvero forte e incisiva. Ecco cosa si recrimina al Club.
In questo periodo di sosta per le competizioni internazionali, la situazione interna del Milan diventa argomento di approfondimento e riflessione. Tra disamine tattiche e strategie di mercato, crescono i dibattiti su quello che è il rendimento altalenante del club rossonero, portando l’attenzione sulla gestione e sulle decisioni prese dalla dirigenza.
I risultati sportivi non aiutano essendoci troppa differenza di qualità da una prestazione all’altra. Basti pensare a Cagliari, gara che è venuta immediatamente dopo la sfolgorante vittoria di Madrid che aveva posto il Milan in una posizione di rinascita.
Una sfida cruciale al rientro
C’è davvero poco tempo in casa Milan per pensare al passato. Occorre ripartire più forte possibile al rientro dalla sosta. Dopo un pareggio deludente a Cagliari e una sorprendente vittoria a Madrid contro il Real, il Milan deve prepararsi al meglio per la sfida contro la Juventus che rappresenta non solo un appuntamento di grande rilievo ma anche una sfida da non sbagliare per avvicinarsi concretamente alla lotta per lo Scudetto. Sullo sfondo però emergono recriminazioni e soprattutto accuse che, inevitabilmente, non aiutano a creare un clima di serenità e pace. Le ultime accuse al Club sono decisamente forti.
L’accusa durissima al Milan
Durante la trasmissione “Zona Rossonera”, focalizzata sulle vicende del Milan e trasmessa settimanalmente sul canale YouTube di Calciomercato.it, Beatrice Sarti ha avuto modo di discutere delle performance del Milan, soprattutto in relazione alla recente prestazione non all’altezza aspettative dopo la partita contro il Cagliari. La riflessione porta dritti a interrogativi su come la squadra, capace di tenere testa a colossi come il Real Madrid, possa poi inciampare in modo così evidente. Beatrice Sarti, ospite della trasmissione e voce nota di “Radio Rossonera”, ha messo in luce come il problema non risieda tanto nei singoli giocatori, quanto più nelle scelte di fondo operate dalla dirigenza in fase di costruzione della rosa. L’analisi prosegue soffermandosi sull’operato di chi ha gestito il calciomercato, accusato di aver agito con superficialità nel rivoluzionare una squadra che, pur con i suoi difetti, aveva mostrato una buona base a seguito del trionfo dello scudetto. In particolare ha affermato che “si tratta di una squadra costruita da chi non ha mai fatto il direttore sportivo”. La critica si estende a decisioni specifiche, come la cessione di giocatori come Kalulu, le cui qualità difensive mancano ora all’appello, o la scelta di non puntare su Tonali, visto come un elemento chiave per il centrocampo rossonero sia per capacità che per affiliazione storica e sentimentale al club. In questo contesto, anche la posizione di Daniel Maldini diventa emblematica: il suo prestito è letto non solo come una scelta tecnica, ma come un simbolo di una gestione dei talenti giovani ritenuta inadeguata.
Riflessioni sul futuro e sul presente
Il discorso si chiude con uno sguardo ai giocatori che sono chiamati a rispondere alle esigenze attuali del Milan, con la speranza che alcuni di questi, come Fofana e Reijnders, possano confermare e superare le aspettative. Ciononostante, rimane la percezione di una squadra che, nel suo complesso, è frutto di scelte direzionali che non hanno saputo o voluto cogliere pienamente le potenzialità e le necessità del club.
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