É già giunto il momento di rialzarsi e non piangersi addosso, anche se di rimpianti ce ne sarebbe, e in abbondanza. Fare appello ai torti arbitrali subiti, seppur tanti, non è di certo nello stile Milan come ha fatto notare più volte Pioli. E allora, ci si impunta su quegli errori di gioventù e superficialità: dalle sbavature difensive di Oporto fino alla poca freddezza sotto porta nelle sfide di San Siro. L’eliminazione è sicuramente un rimpianto per come il Milan ha interpretato e giocato ogni singolo match, sbagliando di fatto solo la partita a San Siro contro il Porto, per poi essere sempre all’altezza o ben oltre i proprio limiti. Nonostante dirlo possa sembrare un paradosso per una squadra che ha vinto 7 Champions, ci si metta anche la sfortuna di aver trovato tre avversarie più abituate al palcoscenico della fase ad eliminazione diretta. Ma per carità, nessun dramma. In tanti erano alla loro prima partecipazione in Champions League. Presentarsi da quarta forza nel girone più difficile dell’intera competizione e giocarsi la qualificazione fino agli ultimi 90 minuti è, senz’altro, motivo d’orgoglio per il club e per i tifosi, encomiabili nell’aver creato l’ennesima atmosfera magica a San Siro in una notte di Champions.
Non tutti i mali vengono per nuocere e, visti i recentissimi precedenti, l’eliminazione dalle Coppe Europee può senza dubbio essere un vantaggio per i rossoneri in ottica scudetto. L’analogo episodio avvenuto lo scorso anno con l’Inter di Conte può essere di buon auspicio per Pioli e i suoi, che dovranno smaltire velocemente la delusione per convertirla in un qualcosa di positivo che possa alimentare le speranze tricolore dei rossoneri.
Servirà ritrovare entusiasmo e forze fresche. Al netto di una lista infortunati sempre piuttosto lunga, il tecnico emiliano, senza le Coppe, può contare comunque su una rosa più che valida. Sulla carta, il Milan non è la squadra più forte del campionato, anche in termini di individualità, ma partita dopo partita, ha dimostrato di poter essere competitiva fino alla fine seguendo, e mettendo in pratica sul campo, le idee del proprio allenatore. Un gioco propositivo, accompagnato da trame fluide e un possesso di qualità. I rossoneri hanno tutte le carte in regola per riportare un trofeo che manca da undici anni dalle parti di via Aldo Rossi.
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