I due centravanti rossoneri sono andati in gol col contagocce de inizio stagione tanto che i loro numeri impallidiscono se confrontati con le altre coppie gol della Serie A.
Nel periodo attuale, soprattutto in campionato, i problemi del Milan sono molti ma uno dei più pressanti al momento riguarda le punte: il deficit realizzativo dei suoi attaccanti. Alvaro Morata e Tammy Abraham, le punte di lancia del Diavolo, sembrano languire sotto il peso delle aspettative, con un bottino complessivo che li colloca in una posizione poco invidiabile non solo rispetto alle controparti italiane ma anche a quelle europee.
Questa situazione apre un dibattito non solo sull’efficacia del duo offensivo ma anche sulla trasformazione dei ruoli in campo e sulle strategie vincenti nel calcio contemporaneo.
Il confronto con l’Europa
Analizzando il panorama europeo, è evidente come Morata e Abraham non riescano a tenere il passo con alcuni dei più prolifici bomber del continente. Figure come Lewandowski, Kane e Haaland brillano per il loro eccezionale apporto realizzativo, lasciando i due rossoneri a confrontarsi con un divario notevole in termini di numeri. Tuttavia, possiamo dire che anche squadre attualmente al top come il Liverpool riescono a mantenere risultati eccellenti nonostante un contributo gol meno significativo di un Darwin Nunez dalle polveri bagnate, sopperendo col gioco di squadra alla mancanza di un vero e proprio finalizzatore.
La situazione in Serie A
Il quadro diventa ancora più chiaro osservando il contesto della Serie A, dove diverse squadre possono vantare numeri decisamente superiori rispetto a quelli della coppia Morata-Abraham che insieme si fermano a solo sei gol stagionale mentre coppie come, ad esempio, quella Atalantina formata da Retegui e Lookman arrivano a più del triplo (19) mentre Thuram e Lautaro arrivano a 15. Quelli degli attaccanti milanisti sono numeri fuori scala in negativo purtroppo e, fino ad ora la situazione è stata parzialmente compensata dall’apporto realizzativo dell’onnipresente Pulisic e, a sorpresa, anche da Tijani Reijnders.
Il dibattito sui ruoli
Questo scenario solleva una riflessione più ampia sul ruolo del centravanti nell’epoca attuale. Il caso del Liverpool dimostra come una squadra possa aspirare ai massimi traguardi anche senza un goleador classico, purché possieda una rosa equilibrata e talentuosa. Questo potrebbe suggerire che, per il Milan, l’approccio migliore potrebbe non essere necessariamente quello di pretendere di più dai suoi attaccanti principali, ma di costruire un collettivo capace di esprimere varietà e pericolosità sotto porta attraverso diverse soluzioni anche se il bomber d’area di rigore toglie spesso e volentieri le castagne dal fuoco.
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