Dopo la Sosta delle Nazionali, riprende la Serie A con l’avvincente corsa a due per il primato. Seppur in maniera del tutto differente, i percorsi “quasi perfetti” di Milan e Napoli hanno un denominatore in comune: Rino Gattuso. Quello dell’ex tecnico calabrese è un vero e proprio lascito che sia Pioli che Spalletti hanno saputo migliorare e trasformare in qualcosa di concreto (e, forse, vincente). Gattuso ha modellato sia i rossoneri che i partenopei lavorando molto sulla costruzione dal basso, ad oggi, uno dei punti forza di entrambe. Le squadre del tecnico calabrese hanno sempre avuto un’impronta propria dell’allenatore: una fase difensiva solida e una trama di gioco organizzata.
Le avventure di Ringhio sulle due panchine si sono concluse con una mancata qualificazione in Champions League all’ultima giornata. Da quando siede in panchina l’ex Campione del Mondo non è stato quasi mai in grado di trasmettere ai suoi giocatori il carisma e la rabbia agonistica, caratteristiche proprie del Gattuso giocatore.
Di certo, i rimpianti non mancano a Rino che avrebbe potuto essere alla guida di una delle capoliste se solo avesse avuto anche lui un Ibra in più e/o un Osimhen non perennemente infortunato. Ma con i “se” e con i “ma” non si fa la storia…neanche nel calcio.
Dopo dodici giornate, Milan e Napoli si contendono la vittoria dello Scudetto con la possibilità di aprire un ciclo vincente: Pioli e Spalletti hanno avuto il merito di variare le trame offensive e alzare il baricentro delle proprie squadre esprimendo un calcio propositivo e offensivo nella metà campo avversaria. In questa stagione sia i rossoneri che gli azzurri sembrano avere un piglio differente rispetto le passate stagioni: gli undici in campo occupano ottimamente gli spazi e tutte le compagini coinvolte sanno esattamente quello che devono fare.
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