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Milan-Feyenoord, Ibra fissa l’obiettivo: “Come una finale”, poi la “strigliata” a Theo e le aspettative sui nuovi arrivati

Milan-Feyenoord, Ibra fissa l’obiettivo: “Come una finale”, la “strigliata” a Theo e le aspettative sui nuovi arrivati. Ecco le sue parole.
È vigilia di Champions League, è tempo di Milan-Feyenoord. Ibrahimovic ha preso parte alla consueta conferenza stampa di vigilia, al posto di Conceicao. Il tecnico rossonero, infatti, ha dovuto presenziare ai funerali dell’ex presidente del Porto, venuto a mancare nelle ultime ore. In sua assenza, Zlatan ha risposto alle domande dei giornalisti, mostrando il suo consueto carisma e determinazione. La squadra si prepara a una sfida cruciale per proseguire il cammino europeo, con il mister atteso a San Siro per guidare i rossoneri verso il ribaltone dopo il 1-0 subito all’andata. Da quanto trapela, l’undici titolare sarebbe già scelto e non mancano sorprese. Di seguito i passaggi chiave della conferenza stampa dello svedese.
Milan altalenante e aspettative rispetto alla gara di domani
In merito ai tanti alti e bassi della squadra in stagione, Ibrahimovic ha le idee molto chiare: “L’importante è che i momenti bassi siano più alti possibili. Essere sempre al top tutti i giorni non è facile, ma ci stiamo provando. Se nel lungo una squadra ha i momenti di down più alti possibili è quella che vincerà. È una cosa su cui stiamo lavorando, se sei sempre presente e tiri fuori la mentalità da vittoria: è quello che stiamo creando in questo gruppo. Poi comunico tutti i giorni con i giocatori, cerchiamo di trovare soluzioni, parliamo con l’allenatore anche. Ma non deve essere una cosa ripetitiva, se dici tutti i giorni a tua moglie che la ami poi perde di significato. Devi dimostrarlo con i fatti, non solo con le parole”. Domani il Milan è atteso da una gara fondamentale, nella quale dovrà ribaltare lo svantaggio dell’andata. Ibrahimovic si aspetta che “La squadra domani deve essere concentrata, aggressiva e più concreta rispetto all’andata. Devono entrare con la mentalità che è come una finale. L’importante è vincere, anche se è ovvio che vuoi giocare bene. Siamo sotto di un gol, dobbiamo fare risultato per passare. Ognuno deve spingere il compagno e farlo essere concentrato. È una cosa collettiva che inizia con qualche individualità. Anche chi è in panchina deve spingere, è tutto collegato al collettivo. È questo che fa un gruppo e fa squadra”.
L’apporto dei nuovi sul Milan, le aspettative del Club e la “strigliata” a Theo
Molti nuovi acquisti a gennaio per il Milan, con ben cinque volti nuovi arrivati a Milanello. Ibrahimovic a riguardo non ha dubbi: “Ci aspettiamo tanto dai nuovi acquisti. Sono già presenti, Walker ad esempio è un giocatore presente. Non è uno che deve crescere, lui deve portare risultati. Così come Joao, che può crescere. Gimenez può crescere e diventare ancora più forte, come Bondo e Sottil. Il club si aspetta tanto dai nuovi acquisti. Ho già detto a tutti di prendere il loro spazio, questo serve alla squadra: qualcosa di nuovo che sposta un po’ l’equilibrio ed è quello che stanno facendo. Come diceva Galliani, i giocatori devono solo pensare al calcio, al resto ci pensiamo noi. Gimenez è un killer, sta la davanti la porta. Ma deve anche correre, col mister se non corri non giochi. Nell’ultima partita è stato al posto giusto al momento giusto. Poi i palloni possono arrivare da tutte le parti, anche da Mike. Deve stare lì, concentrato e metterla dentro”. Infine una battuta su Theo: “Theo non è più ragazzino, ora è cresciuto ed è diventato tra i migliori al mondo. Quando sono arrivato io era un ragazzino, ora no. Sa cosa deve fare per tirare fuori il massimo. Deve trovare il “trigger point” per arrivare a livello alto”.
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