Milan-Atalanta Coppa Italia

Per l’Atalanta una serata storica contro il Milan. Ora la Coppa Italia non è l’opportunità, ma l’obiettivo da concretizzare

La forza di un gruppo si misura in base a quanto sia disposto ad andare oltre i suoi limiti pur di raggiungere il proprio sogno, soprattutto nei contesti più difficili. Mirmidoni che contro ogni pronostico, citando l’Iliade, valgono più di un intero esercito mettendo davanti forza, cattiveria, grinta e bravura per conquistare la terra nemica, sportivamente parlando.

Il Milan si batte per il potere, l’Atalanta per l’onore e nella mitologia greca gli dei tendono sempre a glorificare quest’ultimi. Il combattimento è uno di quelli che farebbe invidia pure al figlio di Peleo: Carnesecchi dinamico come Eudoro, dietro Kolasinac è il possente Aiace Telamonio, Holm sembra l’arciere Filottete, De Ketelaere e Miranchuk tanto bravi quanto astuti come Ulisse, e poi Teun Koopmeiners a rappresentare Achille dove talento, tecnica e una doppietta lo rendono un dio agli occhi di tutti.

La flotta delle mille navi idolatrava Achille e il suo esercito dopo la conquista del tempio di Apollo, così come i 2249 tifosi presenti sugli spalti del terzo anello di San Siro trascinarono la Dea verso la vittoria cantando, esultando all’insegna di quella compattezza dove basta poco per accendere la fiamma: spenta poi nel fischio finale da lacrime di gioia credendo di poter realizzare ciò che attualmente è rimasto incompiuto.

Serata storica e una battaglia portata in trionfo, ma non basta per conquistare Ilio, alias la Coppa Italia: si parte dalla spiaggia per poi avvicinarsi con forza e soprattutto astuzia alla città. Tale trofeo potrà essere ritenuto inespugnabile tranne per le big che stanno sulle alte mura, ma tutto può essere stravolto se c’è di mezzo la potenza di un Dio, anzi, di una Dea.

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ultimo aggiornamento: 11-01-2024