Non solo Manchester United, dalla Francia ne sono certi: la seconda panchina “europea” più appetibile per gli allenatori di tutto il globo è quella del Monaco. A patto che le indiscrezioni provenienti da Oltralpe siano fondate e non solo dicerie utili a vendere giornali, cioè che Claudio Ranieri nonostante un biennio super nel Principato sia stato messo sulla graticola, per la felicità dei detrattori e il dispiacere dei sostenitori. Ma andiamo con ordine e facciamo un punto chiaro della situazione. Il tecnico testaccino, dopo il rientro in patria tra Parma, Juve, Roma e Inter, aveva accettato l’avventura monegasca guidando una squadra appena retrocessa dalla Ligue 1, senza giocatori di spicco ma con un asso nella manica niente male: i rubli freschi (e tanti!) di Dmitrij Rybolovlev, magnate russo desideroso di riportare i biancorossi ai fasti di dieci anni fa. Prima stagione ok con pronta promozione in massima serie, quest’anno secondo posto in scioltezza e Coppa di Francia sfuggita nei supplementari della semifinali contro il Guingamp. Insomma, secondo il diktat della dirigenza il buon Ranieri (il cui cognome da quelle parti suscita affetto a prescindere) ha fatto il suo lavoro (“Non vincere, ma tornare nell’elite del calcio europeo“) eppure fin dall’aprile di un anno fa si fanno i più disparati nomi tra i possibili successori dell’ex Chelsea e Valencia.
In ordine di tempo: José Mourinho (quando era ai ferri corti al Real Madrid), André Villas-Boas, Roberto Mancini, Antonio Conte, Zinedine Zidane e Arsene Wenger. Finita qua? Assolutamente no, perché il personaggio forte delle ultime ore si chiama Diego Pablo Simeone, condottiero coraggioso dell’Atletico Madrid che sulla Costa Azzurra ritroverebbe Radamel Falcao, avrebbe la possibilità di portare con sé Diego Costa (a qualunque prezzo), e guadagnerebbe cifre stratosferiche allenando giocatori di caratura internazionale (si prospetta un altro mercato pieno di bollicine in quel di Monaco). Ma cosa ne pensa Don Claudio di queste voci? Come al solito non si scompone anche se nel giro di pochi giorni corregge considerevolmente il tiro; forte delle parole del vice presidente Vadim Vasilyev (“Sono stupito per queste indiscrezioni. Ho già detto che Ranieri è sotto contratto fino al 2015, queste voci sono ingiustificate“), aveva detto:
“I rumours sono normali, ma per noi è importante restare concentrati. I giornali hanno bisogno di vendere, dunque comprendo certe voci. Due anni fa nessuno voleva venire qui, adesso vengono accostati allenatori di tutto il mondo e questo certamente è un bene per il Monaco, ma in questo momento non ci penso”.
Poi circa dieci giorni fa ha ammesso:
“Non so se sarò l’allenatore del Monaco anche la prossima stagione. Quello che desidero è vincere la Coppa di Francia (come detto poi persa in semifinale il 16 aprile, ndr) e finire nel miglior modo possibile la stagione. Si è parlato di Mancini, Villas-Boas, Conte, ora Simeone. Il mio lavoro è il calcio e io lo prendo molto sul serio. Oggi è difficile pensare a una carriera come Ferguson o Wenger”.
Di fatto in Francia si parla, e molto, della situazione; secondo un sondaggio lanciato da L’Equipe, il 75% dei tifosi vorrebbe che il trainer romano rimanesse in sella al Monaco per il lavoro svolto in queste due stagioni e i risultati ottenuti (ricordiamo che è uscito imbattuto nel doppio confronto col Paris Saint Germain), mentre solo un quarto dei supporters monegaschi vorrebbe che si facesse da parte, principalmente per il gioco assolutamente non gradevole che la squadra è in grado di sviluppare. Umori dei sostenitori a parte, il problema principale per una conferma di Ranieri al Louis II è probabilmente uno e uno soltanto: il mal di pancia di alcuni giocatori di spicco dello spogliatoio (Abidal su tutti) nei suoi confronti. Ora spetta alla società, per la prima volta di fronte a situazioni davvero delicate, fare la scelta giusta: fino ad ora ne hanno fatte un bel po’ grazie anche all’esperienza del loro allenatore.
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