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Lo scorso febbraio il direttore della commissione medica della Fifa, al secolo Jiri Dvorak, aveva confermato la necessità di ricorrere ai time-out durante alcune partite dei Mondiali particolarmente a rischio in base all’orario e alla sede del match, stabilendo che al superare dei 90 gradi Fahrenheit (circa 32 gradi Celsius) il direttore di gara aveva l’obbligo di fermare il match per far refrigerare e idratare gli atleti; così parlava quattro mesi fa Dvorak:
“Si tratta è un problema medico e prima dell’inizio di ciascuno di questi match faremo il punto della situazione: dipenderà da come andrà in quel momento. Parlerò con gli specialisti presenti sul posto, e poi decideremo. Per proteggere la salute di chi va in canpo, ho chiesto che ci siano degli intervalli al 30′ del primo tempo e allo stesso minuto della ripresa. La cosa è stata approvata dal segretario generale Jerome Valcke”.
Ebbene, nonostante l’Italia abbia giocato due di queste partite “sotto controllo” (quelle di Recife e Natal contro Costa Rica e Uruguay), fino ad oggi non si era mai dovuto ricorrere al time-out in senso lato; solo durante Usa-Portogallo, di scena in notturna a Manaus, l’arbitro aveva concesso la possibilità a Cristiano Ronaldo e colleghi di avvicinarsi alla panchina durante un infortunio occorso allo statunitense Jermain Jones al 39esimo del primo tempo. Quasi un’iniziativa personale del signor Pitana, molto diversa dalla decisione presa quest’oggi da Proenca durante gli ottavi di finale tra Olanda e Messico a Fortaleza: i tecnici hanno misurato temperatura e umidità prima della partita e, tutti d’accordo, alla mezz’ora esatta della prima frazione il direttore di gara ha interrotto il gioco facendo il classico gesto a indicare il “cooling break“.
I giocatori ne hanno approfittato per mettersi asciugamani bagnate in testa, per bere sorsi d’acqua e per parlare di tattica coi compagni e l’allenatore, mentre il cronometro andava inesorabilmente avanti; dopo tre minuti il gioco è ripreso, lo stesso è accaduto nel secondo tempo col Messico in vantaggio di un gol a zero. Come preventivabile è stato poi corposo il tempo di recupero sia nel primo che nel secondo tempo, rispettivamente 4 e 6 minuti di extra-time. Dopo le bombolette spray e la goal-technology, questi Mondiali verranno ricordati anche per i time-out.
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