La Spagna si presenta in Brasile con il titolo di campione in carica, sia dei Mondiali sia degli Europei. Difficile, dunque, non accreditare le Furie Rosse per il successo finale. Perlomeno alla pari con i padroni di casa di Scolari. Attenzione, però, perché il Tiki Taka ha dato segnali di usura e Vicente Del Bosque dovrà incrociare le dita e sperare che Diego Costa si riprenda totalmente dagli infortuni patiti alla fine della stagione con il club.
Già, Diego Costa. La Spagna va in Brasile e sogna con le prodezze di un attaccante …brasiliano. Che non ci ha pensato due volte a rinnegare le sue origini pur di andare a disputare un Mondiale. Naturalizzato in fretta e furia iberico, dopo gli sfracelli fatti con la maglia dell’Atletico Madrid, si presenta come il terminale offensivo che può risolvere i problemi della squadra. Nonché come novità di una Seleccion che, solitamente, proprio degli attaccanti ha saputo fare a meno. Inventando il falso nueve, salvo poi vincere anche grazie alle reti di giocatori come Villa e Fernando Torres.
Ha fatto discutere, più da noi che in patria, l’esclusione di Fernando Llorente, l’ariete basco che tanto bene ha fatto con la Juventus, segnando anche gol pesanti in Europa contro il Real Madrid. Un altro pezzo pregiato là davanti poteva essere lo squalo Alvaro Negredo, ma anche lui ha pagato forse il fatto di aver segnato gol a palate in campionati che non fossero quello spagnolo. L’Italia fa capolino nella rosa spagnola con i “napoletani” Pepe Reina e Raul Albiol.
La storia della Spagna ai Mondiali
La Spagna ha conosciuto il dolce sapore delle vittorie ai Mondiali nel Ventunesimo secolo, dopo edizioni passate a leccarsi le ferite e a chiedersi come fosse possibile che club come Real Madrid, Barcellona, Valencia e Athletic Bilbao riuscissero a primeggiare nelle Coppe europee, mentre la Nazionale non riusciva mai a diventare reginetta (tranne gli Europei del 1964). Di più: facendo fatica anche ad avvicinarsi alla finale.
Sono 13 le partecipazioni alla fase finale dei Mondiali, su 19 edizioni. Prima del trionfo del 2010 in Sudafrica, dal 1966 al 1978 la Roja fallì addirittura per quattro volte consecutive la qualificazione alla fase finale. In Argentina, gli spagnoli ci arrivarono ai gironi, ma uscirono dopo aver perso con l’Austria, pareggiato con il Brasile e battuto la Svezia per 1-0. Quattro anni dopo, la Federazione iberica organizzò la fase finale del Mondiale, ma le speranze di successo s’infransero nei gironi della seconda fase. Germania Ovest e Inghilterra sbatterono fuori i padroni di casa senza tanti complimenti.
Nel 1986, in Messico, la squadra di Butrageno divertì e arrivò ai quarti, ma questa volta i carnefici arrivarono dal Belgio (ai rigori). Ko agli ottavi a Italia ’90, nel ’94 negli States proprio gli azzurri ebbero la meglio sugli avversari ai quarti di finale. Una partita che sarà ricordata a lungo per la gomitata di Tassotti ai danni di Luis Enrique. Se nel 1998, in Francia, la Spagna non superò neanche i gironi, nel 2002 in Corea del Sud fu scippata nei quarti da un arbitraggio scandaloso proprio contro i padroni di casa.
Ancora sofferenze e lacrime nel 2006 in Germania, con la Francia a estromettere le Furie Rosse agli ottavi, prima del ciclo, aperto con la vittoria degli Europei 2008 e proseguita con il primo posto del 2010 ai Mondiali. Per chiudersi – per ora – con il bis in Europa nel 2012. La generazione di Iniesta e Xavi fa paura anche in Brasile. Certo, però, che la cavalcata del 2010 sarà difficile da ripetere (sconfitta all’esordio con la Svizzera, poi vittorie con Honduras, Cile, Portogallo, Paraguay, Germania e Olanda in finale, con la rete di Iniesta a pochi minuti dalla fine dei supplementari).
Le qualificazioni a Brasile 2014
La Spagna sbarca in Brasile dopo aver vinto il girone I delle qualificazioni europee. Venti i punti in classifica, grazie a sei vittorie e due pareggi, ma non un cammino così semplice come potrebbero dire i numeri. Esordio con vittoria di misura in Georgia, 4-0 in Bielorussia, 1-1 casalingo con la Francia, così come con la Finlandia (a complicare le cose), successo decisivo in terra transalpina (rete di Pedro), 2-0 in Finlandia, 2-1 alla Bielorussia e 2-0 alla Georgia. Miglior marcatore Pedro, con quattro segnature.
L’allenatore: Vicente Del Bosque
Il tecnico della Spagna è un marchese, Vicente Del Bosque Gonzalez. Classe 1950, è stato ex calciatore prima di intraprendere la carriera di allenatore. Nel 2010, in Sudafrica, era lui in panchina mentre Casillas e compagni sollevavano al cielo per la prima volta la Coppa del mondo di calcio. Due anni dopo, sempre lui guidava le Furie Rosse al bis europeo in Polonia e Ucraina. E’ l’unico della storia del calcio mondiale a essersi laureato campione del mondo e d’Europa sia a livello di club, sia di nazionale. Con il Real Madrid, infatti, ha vinto due Champions League (1999/2000 e 2001/2002) e una coppa intercontinentale (nel 2002).
Non si può proprio dire che non abbia le stimmate del grande. Nel 2009, la Iffhs lo ha eletto Commissario tecnico dell’anno. Nel 2012,la Fifa lo ha votato World Coach of the year. E ancora: il 4 febbraio 2011, il Re Juan Carlos I di Spagna gli ha assegnato appunto il titolo di marchese. Con il Real Madrid ha vinto anche due campionati spagnolo e una Supercoppa di Spagna e una Europea. Ha al suo attivo pure un’esperienza in Turchia, con il Besiktas.
La rosa dei 23
Portieri: Iker Casillas (Real Madrid), Pepe Reina (Napoli), David De Gea (Manchester United).
Difensori: Cesar Azpilicueta (Chelsea), Gerard Pique’ e Jordi Alba (Barcelona), Sergio Ramos (Real Madrid), Javi Martinez (Bayern Monaco), Raul Albiol (Napoli), Juanfran Torres (Atletico Madrid).
Centrocampisti: Sergio Busquets, Xavi Hernandez, Andres Iniesta e Cesc Fabregas (Barcellona), Xabi Alonso (Real Madrid), Koke Resurreccion (Atletico Madrid), David Silva (Manchester City), Juan Mata (Manchester United), Santi Cazorla (Arsenal).
Attaccanti: Pedro Rodriguez (Barcellona), Diego Costa e David Villa (Atletico Madrid), Fernando Torres (Chelsea).
Il Gruppo B e il calendario della Spagna
La Spagna è inserita nel gruppo B in Brasile. Un girone tosto, con Cile e Olanda che faranno il possibile per far soffrire i campioni in carica. Gli orange, però, rievocano bellissimi momenti in casa iberica, per la vittoria in finale ai Mondiali 2010. La quarta squadra del gruppo,l’Australia, dovrebbe semplicemente fare da sparring partner e arriverà alla terza partita per la formazione di Del Bosque. Ecco il calendario spagnolo:
13 giugno 2014, ore 16:00 (ore 21:00) – Salvador, Fonte Nova
Spagna – Olanda
18 giugno 2014, ore 16:00 (ore 21:00) – Rio de Janeiro, Maracanà
Spagna – Cile
23 giugno 2014, ore 13:00 (ore 18:00) – Curitiba, Arena da Baixada
Spagna – Australia
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