Che la scelta da parte della Fifa di assegnare i Mondiali in programma fra otto anni al piccolo stato del Golfo arabico del Qatar fosse controversa e alquanto sui generis fu intuito fin da subito, ma è col passare del tempo che molte magagne stanno venendo al pettine tanto da far dubitare su un effettivo svolgimento della massima competizione calcistica a quelle latitudini nel 2022. Non bastassero i problemi di calendarizzazione, in estate a Doha e dintorni i 40 gradi centigradi sono la norma (ma le temperature toccano picchi anche più alti), per cui al massimo fra un anno la Fifa scioglierà le riserve su un eventuale svolgimento invernale (con ripercussioni incredibili sui club e sulle televisioni), ad oggi l’opinione pubblica si sta indignando anche e soprattutto per la sfilza interminabile di operai che muoiono quotidianamente nella costruzione degli impianti sportivi.
Si stimano già 1200 “morti bianche” tra i quasi due milioni di lavoratori, giunti soprattutto dall’Asia occidentale (con India e Nepal in testa), che secondo un rapporto dell’International Trade Union Confederation si trovano a lavorare con paghe irrisorie, con forte stress termico e in generale con scarse precauzioni (si vocifera che alla maggior parte di loro sia stato trattenuto il passaporto per evitare che possano cambiare idea). Si prevede, forse ottimisticamente, che fino al 2002 i morti potrebbero superare le 4000 unità, un numero teoricamente inaccettabile, anche se la commissione qatariota nega sia i numeri che le responsabilità, promettendo di impegnarsi a vederci chiaro. Dove che sia la verità, è innegabile che l’ombra della corruzione nell’assegnazione al Qatar dei Mondiali del 2022 è da sempre stato argomento forte dei detrattori della decisione della Fifa.
Soprattutto in Inghilterra, che sperava di poterli organizzare dopo più di mezzo secolo, dove è d’attualità un’inchiesta del Daily Telegraph secondo la quale l’ex vice presidente della Fifa Jack Warner avrebbe intascato un milione e duecentomila dollari per “aiutare” il Paese del Golfo ad avere la meglio sugli altri candidati. “La Federazione inglese dovrebbe investigare a tutto campo, sembra che vi siano stati gravissimi episodi di corruzione nel corso della gara di assegnazione e questo aumenta le nostre preoccupazioni anche per quanto riguarda lo svolgimento dei giochi in Qatar. Se i sospetti dovessero venir confermati, bisognerebbe ripetere il processo di assegnazione” ha spiegato il laburista Clive Efford, parole che in questi giorni sono condivise da buona parte delle figure sportive chiave del Paese di Sua Maestà. E su questo filone l’ex ct dell’Olanda Bert Van Marwijk chiosa senza troppi giri di parole:
“Bisogna fare resistenza e combattere l’assegnazione dei Mondiali al Qatar. Ci sono un sacco di ragioni per evitare che la Coppa del Mondo si svolga regolarmente in quel paese: sopratutto quelli legati ai diritti umani e dei lavoratori”.
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