[iframe width=”620″ height=”349″ src=”http://videa.hu/player?v=u1vPESBH5qExmKnQ” frameborder=”0″]

Un giocatore di movimento costretto a giocare in porta, alla fine dei supplementari, e poi ad impersonare un ruolo che non gli dovrebbe appartenere nella serie dei calci di rigore decisiva per la qualificazione in Champions League. Quale situazione peggiore? Non per Cosmin Moti, centrale rumeno ma in forza al Ludogorets, squadra bulgara. L’incredibile sequenza di eventi lo ha reso un eroe, sicuramente il primo nella storia della Champions League a compiere un’impresa parando due calci di rigore (e segnandone uno) e contribuendo in maniera decisiva ad eliminare la Steaua Bucarest ai play-off.

La sfida fra bulgari e rumeni aveva già riservato delle emozioni, ma un finale del genere è impagabile. Andiamo con ordine. Dopo l’1-0 dell’andata la Steaua aveva già assaporato la possibilità di qualificarsi ai gironi di Champions League nei 90 minuti regolamentari, il Ludogorets non riusciva a segnare, almeno non prima dello splendido destro al volo di Wanderson che aveva lasciato impietrito Arlauskis fra i pali.

La rete allo scadere trascina la partita ai supplementari, sul filo di lana arriva un altro episodio che sembra indirizzare chiaramente il match: il cartellino rosso diretto per il portiere dei rumeni Stoyanov, costretto ad atterrare nettamente un attaccante che stava per entrare in area tutto solo. A quel punto è Moti ad andare in porta con la Steaua che cerca di sfruttare il vantaggio negli ultimi sgoccioli di partita, senza successo.

Triplice fischio e si va ai rigori, per Cosmin Moti (anche a guadare le movenze) sembra un’impresa impossibile, ma non si lascia intimidire e parte subito calciando e segnando per la sua squadra il primo della serie. Al secondo giro un altro segnale, che sembra negativo, Wanderson batte malissimo e si fa parare la massima punizione di Arlauskis. Sembra fatta per la Steaua. Moti continua la sua “danza” sulla linea di porta, qualcosa di molto simile a quanto fatto da due portiere del Liverpool di epoche diverse e in partite di differente importanza. Grobbelaar nella finale contro la Roma del 1984 e Dudek in quella contro il Milan del 2005. Paul Parvulescu si fa ipnotizzare a Moti para riportando in equilibrio la serie.

Da lì in avanti segnano tutti, si va ad oltranza e serve il settimo calcio di rigore per decretare i vincitori. Moti, che ha giocato per anni nella Dinamo Bucarest (storica rivale cittadina della Steaua) ed ha vissuto anche una breve parentesi italiana del 2008/09 al Siena, ha evidentemente una motivazione in più contro i suoi connazionali e la sfrutta al meglio.

I suoi compagni lasciano i rumeni avversari nella condizione di dover segnare a tutti i costi per annullare il match point e la pressione fa un brutto scherzo al nazionale under 21 Cornel Rapa che si fa addirittura bloccare la conclusione dall’improvvisato portiere Moti. La corsa con la sfera fra le mani verso le tribune dello stadio, prima di essere raggiunto dai compagni per un interminabile abbraccio, resteranno un ricordo indelebile nella carriera del difensore-portiere.

Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG