Napoli – Giovane calciatore dilettante di colore aggredito da alcuni ragazzi. È successo l’altra sera, quando Amir Gassama, originario della Guinea e attualmente tesserato con il Gragnano, era uscito per una passeggiata dopo l’allenamento. Rincasando per cena, il baby dilettante è stato avvicinato da alcuni ragazzi in piazza Carlo III e, a suo dire senza alcun motivo, hanno cominciato a picchiarlo. “Erano tanti, non so nemmeno di preciso quanti – le parole del 19enne riportate da Leggo – Non so perché lo hanno fatto ricordo di aver avuto la forza di chiamare babbo e di chiedergli aiuto. Poi sono riuscito a liberarmi e sono scappato. Volevo solo tornare a casa”. Un pugno in faccia e un calcio allo stomaco sono stati solo i primi colpi subiti dal giovane di colore, su cui poi si è scatenata una vera e propria furia.

Per fortuna, Gassama – in estate anche in prova con la Primavera del Napoli – non ha riportato gravi conseguenze: per lui pantaloni strappati, scarpe rotte e qualche ammaccatura. “Non ho avuto paura – continua il racconto del ragazzo della Guinea -. Anzi sì, un pochino in realtà ne ho avuta. Lo so che a Napoli non sono tutti così. Ma non capisco perché mi è successo tutto questo”. A denunciare pubblicamente l’aggressione, è stato il tecnico del Gragnano, colui il quale il ragazzo chiama “babbo” appunto e che lo ha sostanzialmente adottato da un anno, ossia quando è stato visto durante un torneo amatoriale e successivamente tesserato con il Gragnano, in Serie D.

La denuncia del mister

“Amir è stato aggredito – denuncia mister Campana senza usare mezzi termini – e picchiato nei pressi di piazza Carlo III da un gruppo di ragazzi razzisti solo perché è di pelle nera. Non esiste ragazzo più buono di lui. Luridi porci, renderete conto a Dio. A noi non toglierete mai il sorriso. Ringrazio Gaetano Di Liddo ed i suoi amici per essere subito intervenuti. Sono nauseato da questo mondo”. “Sono uscito di casa come una furia quando mi ha telefonato per chiedermi aiuto – continua – . Perché gli hanno fatto del male? Perché tutto questo odio? Amir è una persona buona. Un’aggressione dettata da odio razzista, ecco di cosa si è trattato. Bisogna chiamare le cose col proprio nome. Non è stata una rapina, non volevano portagli via nulla. Volevano solo colpirlo per la sua pelle nera. Temevo di non fare in tempo ad arrivare per impedire che continuassero a fargli del male, quindi ho chiamato mister Gaetano Di Liddo, che di sicuro poteva raggiungere piazza Carlo II prima di me. Quando sono arrivato e non ho trovato il mio ragazzo mi sono sentito perso. Per fortuna nel frattempo lui era riuscito a liberarsi ed a tornare a casa”.

Dopo le aggressioni agli arbitri, gli episodi razzisti nei confronti di giovani calciatori di colore, che sempre più spesso si vedono nei settori giovanili nostrani, stanno diventando un’altra pessima abitudine italica. Abbassare i toni ed educare alla cultura sportiva, ma soprattutto al rispetto degli esseri umani, dovrebbe essere il primo punto all’ordine del giorno di un Paese civile.

Foto: Positano News

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ultimo aggiornamento: 23-11-2018


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