Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è tornado a parlare ai microfoni di Radio Kiss Kiss: il numero uno del club partenopeo, dopo il pareggio della Juventus a Bologna, sente nuovamente alla portata il primo posto in classifica, ma non vuole mettere pressione a Maurizio Sarri e ai suoi calciatori. Mancano ancora 13 partite, il campionato è lungo e può succedere ancora di tutto: certo, se lunedì arrivasse la vittoria in posticipo contro il Milan, il Napoli guarderebbe nuovamente tutti dall’alto e la Juve dovrebbe nuovamente provare a rimontare.

“Ogni anno – esordisce De Laurentiis – , da cinque anni, Napoli si beve la favoletta dell’«adesso o mai più». E invece siamo élite. Si sottolinea che il Napoli per la prima volta non ha segnato in due partite di fila, ma ricordiamo che finora abbiamo fatto 78 goal in 34 partite per una media di 2.3. Una media stratosferica. Si parla di dipendenza da Higuain, ma tutte le squadre sono dipendenti dai propri campioni. Il problema è nelle nostre teste, annientate dalla paura. Non riusciamo a concepirci forti, il che è un inconveniente non da poco. Siamo tra le squadre più forti, ma non ci percepiamo come tali: ci consideriamo come imbucati. Siamo a febbraio e siamo secondi, a un punto della Juventus. Abbiamo le energie per giocarcela in fondo fino alla fine, siamo noi che non abbiamo la maturità per arrivare in fondo fino alla fine per paura da perdere”.

Tornando per un attimo alla sfida del Dall’Ara di ieri sera, il presidente del Napoli evidenzia il grande lavoro svolto da Roberto Donadoni sulla panchina del Bologna: l’ex centrocampista del Milan sta facendo bene da diversi anni a questa parte e forse la sua parentesi con gli azzurri è durata troppo poco. Bisognava dargli il tempo di lavorare, anche oggi sulla panchina del Napoli c’è Sarri che non sta di certo facendo rimpiangere chi lo ha preceduto:

“Il Bologna? E’ una squadra allenata molto bene, abbiamo già visto il lavoro che Donadoni aveva fatto col Parma che creava non pochi problemi nonostante la situazione psicologica. C’è poi una società seria dietro, con uno spirito corretto verso i giovani poiché ieri ne abbiamo visti alcuni giocare in modo intrigante. Le cose cambiano, non si può esser sempre vincenti. La Juventus arrivava da 15 risultati utili consecutivi, un passo falso ci poteva stare. Del Milan non vorrei parlare, perché c’è tempo. Facciamo maturare le cose e lasciamo la squadra lavorare tranquillamente.

In queste ore si festeggiano i 30 anni di presidenza al Milan da parte di Silvio Berlusconi: lunedì prossimo i rossoneri vorranno provare a fare un grande regalo al proprio presidente, mentre De Laurentiis non teme paragoni:

“Io presidente per 30 anni come Berlusconi al Milan? Dipenderà soltanto dalla continuità dei successi e da quanto i tifosi vorranno rimanere con me. Per me – conclude – in prima linea ci sono sempre i tifosi”.

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ultimo aggiornamento: 20-02-2016