L’ultimo gol di Marek Hamsik con la maglia del Napoli risale addirittura a inizio novembre scorso: cinque aprile senza marcature, in cui è dovuto anche stare fermo per un totale di 52 giorni per un controverso e alquanto misterioso infortunio al piede. “E’ stato il più grave di tutta la mia carriera, non mi era mai capitato di stare fermo così a lungo” spiegò poco più di un mese fa a un quotidiano slovacco; il Napoli veniva da pareggio di Livorno, dopo di che Marekiaro è sceso in campo altre nove volte tra campionato e coppa, fornendo prestazioni sottotono, non riuscendo a vedere mai la porta e in generale deludendo i palati fini abituati alle sue splendide giocate da almeno sei anni a questa parte. Problema gol per l’ex bresciano? “Se avesse tirato almeno un paio di rigori questa storia sarebbe finita” ha chiosa il patron Aurelio De Laurentiis che solo un anno fa chiedeva non meno di 40 milioni di euro a chi timidamente bussava alla sue porta per chiedere informazioni su di lui.
Infortunio o no, la verità sotto gli occhi di tutti è che Hamsik quest’anno ha sofferto l’impostazione tattica di Rafa Benitez dopo stagioni di “ripartenze” con Walter Mazzarri: il numero 17 partenopeo amava lanciarsi nello spazio che gli creava Edinson Cavani, ci si fiondava con classe e determinazione, senza mai perdere l’equilibrio in mediana per contenere le folate avversarie quando necessario. Un centrocampista moderno che ha trovato difficoltà col nuovo modulo, inserito al centro di un tridente basso con ai lati peperini che tendono ad accentrarsi come Mertens, Callejon e Insigne e un attaccante boa che non disdegna ripiegamenti per andarsi a prendere la palla proprio nell’area di competenza del compagno. “Abbiamo cambiato molto, è arrivato Benitez che ha portato nuovi calciatori e nuovi schemi. Abbiamo cambiato sistema di gioco rispetto al passato, quindi era preventivabile qualche errore dovuto all’apprendimento di nuovi movimenti, ma fortunatamente siamo in corsa per un posto in Champions. Bisogna avere pazienza, anche se siamo molto rammaricati per i troppi punti persi” ha spiegato proprio il diretto interessato.
Il problema è che radiomercato inesorabile sintonizza la sue frequenze sul nativo di Banská Bystrica, perché Oltremanica lo stimano e allora il Manchester United vorrebbe piazzare il colpo mettendo sul piatto una trentina di milioni (o 15 più Kagawa), ma occhio anche al vecchio mentore Mazzarri che farebbe carte false per cucirgli addosso la sua Inter; e poi la Juve, ma al sol sentirla nominare ADL diventa verde di bile. La vera verità è che Marek Hamsik, nonostante tutto e tutti, non vuole cambiare squadra e città, lui crede fermamente nei progressi degli azzurri e vorrebbe vincere qualcosa di importante coi colori che lo hanno consacrato quanto meno in Italia; ma a una condizione: che in estate la società, in accordo con l’allenatore, venga in qualche modo incontro alle esigenze di Marekiaro, un campione, ma forse non un jolly. Così Benitez sta pensando di abbassarlo per metterlo nel duo di mediana accanto a un giocatore muscolare che se necessario corra anche un po’ per lui, più Behrami che Inler o Dzemaili, o semplicemente un profilo ancora da individuare ma di sicura esperienza internazionale. Non è un vezzo o uno scherzo: ne va del gioco del Napoli, delle prestazioni di Hamsik e del portafogli di De Laurentiis.
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