Succedono cose strane nel mondo del calcio. Per esempio accade che l’ex arbitro Andrea De Marco, attualmente moviolista di Mediaset, rilasci a due testate giornalistiche nella stessa giornata dichiarazioni poco coerenti (eufemismo) in merito allo stesso episodio. A proposito del 2-1 siglato da Caceres durante Napoli-Juventus di domenica 11 gennaio 2015, su Tuttosport, quotidiano considerato giustamente filo-juventino, De Marco scrive:
Nel mirino è finito Di Liberatore. È il top degli assistenti, talmente maniacale che negli ambienti arbitrali non è soltanto stimatissimo, ma è considerato un robot. Passa giornate intere a studiare giocatori, meccanismi di gioco, elastici, diagonali. Possono sbagliare tutti, anche le macchine da guerra come lui. Ma per l’episodio del San Paolo non va colpevolizzato, anzi… Sicuri che fosse davvero fuorigioco? O meglio: sicuri che sarebbe stato giusto alzare la bandierina? Se Caceres è davanti, lo è di pochissimi centimetri. Riguardare l’azione non elimina tutti i dubbi. E nel dubbio, parola chiave per un collaboratore di linea, la direttiva dei vertici è chiara: tenere abbassata la bandierina e lasciar correre il gioco. Proprio come ha fatto Di Liberatore.
Insomma, Di Liberatore ha fatto bene a non alzare la bandierina.
Sul quotidiano napoletano Il Mattino, invece, il virgolettato riportato nell’intervista firmata da Pino Taormina all’ex arbitro è incredibilmente diverso. Secondo De Marco “l’errore sul fuorigioco di Caceres è evidente. Anche se davvero per pochi centimetri” (il ché appare già una contraddizione). Poco dopo ribadisce che “la valutazione sul gol del 2-1 è sbagliata” e che è “pacifico” affermare che “Caceres è in offside”.
Alla fine, al netto dell’episodio in sé e di eventuali clamorose smentite, la certezza appare una sola: De Marco è confuso. E i telespettatori di Mediaset forse è bene che ne prendano atto.
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