Torna di moda il caso Neymar al Barcellona. Probabilmente in molti avranno già dimenticato lo scandalo causato dal suo trasferimento dal Santos ai blaugrana avvenuto nell’estate del 2013. Di sicuro non il fisco spagnolo, che dopo le denunce da parte di un azionista del club catalano, avviò delle indagini sulla dirigenza e portò alle dimissioni dell’allora presidente Rosell. Ufficialmente Neymar passò al Barcellona per 57 milioni di euro, ma in realtà la cifra pare fu nettamente superiore, poiché sia al calciatore, che alla sua famiglia furono elargite cifre importanti totalmente in nero.
Indipendentemente dalle “particolari” abitudini del padre del calciatore, venute fuori proprio in seguito allo scoppio dello scandalo, quel che rimase al Barcellona fu un contenzioso con lo Stato, che sembrava fosse vicino alla conclusione, ma c’è ancora un ostacolo da superare. Tramite il consulente Christobàl Martell, la nuova dirigenza blaugrana ha patteggiato un cifra intorno ai 22 milioni di euro, di cui 13,5 già versati nelle casse del Tesoro spagnolo. Prima che il contenzioso possa essere considerato chiuso, però, c’è da fare i conti con la condanna del presidente Sandro Rosell: secondo le leggi spagnole, il reato fiscale porta con sé una condanna a quattro mesi che però l’ex patron non ha alcuna intenzione di scontare.
Rosell, dopo essersi dimesso ad inizio 2014, si è sempre difeso sostenendo di non aver mai avuto intenzione di frodare il fisco, parlando di “errata valutazione” di alcuni aspetti del trasferimento. Non è dello stesso parere il pubblico ministero: Rosell avrebbe simulato la stipula di contratti solamente per distrarre cifre importanti al fisco. Per l’acquisto di Neymar fu messa a bilancio una spesa di 57 milioni di euro, ma dopo le denunce del socio Jordi Cases, si appurò che i costi sostenuti per l’allora centravanti del Santos superarono i 100 milioni di euro.
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