I quattro ultras della Roma poco più che ventenni sono stati perquisiti due settimane fa dalla Digos per quanto riguarda le indagini sulla morte di Ciro Esposito. In un primo momento il Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone aveva smentito l’iscrizione sul registro degli indagati di altre quattro persone. Oggi, invece, è arrivata la conferma per i 4 ultras giallorossi: sono sospettati di essere i complici di Daniele De Santis, l’uomo accusato di aver ucciso il tifoso napoletano.
“Gastone”, ex ultrà della Roma legato agli ambienti dell’estrema destra e gestore di un chiosco in viale Tor di Quinto, resta il principale indiziato per l’uccisione di Ciro Esposito. Dopo la morte del tifoso napoletano la sua posizione si è aggravata da tentato omicidio a omicidio volontario. De Santis, per motivi di sicurezza, si trova da qualche settimana in una struttura ospedaliera protetta a Viterbo. “Le sue condizioni non ci hanno ancora permesso un vero colloquio difensivo è in una stanza sterilizzata e bisogna avvicinarsi con le mascherine“, ha riferito Michele D’Urso, il suo avvocato.
Il 3 maggio scorso “Gastone”, secondo molte testimonianze, non era solo al momento dell’assalto al pullman dei tifosi del Napoli. Gli inquirenti indagano su questo fronte e i quattro tifosi della Roma sono sospettati di aver partecipato all’aggressione con bombe carta, prima di scappare di fronte alla reazione degli ultras del Napoli. De Santis sarebbe stato raggiunto in viale Tor di Quinto e lì avvenne la sparatoria in cui rimase ferito Ciro Esposito, poi deceduto dopo 52 giorni di agonia, e altri due sostenitori partenopei. I quattro complici di “Gastone” fecero invece perdere le loro tracce.
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