Per il Milan ha fatto le valigie in tutta fretta ed ha subito accettato di rientrare in Italia. Eppure il sacrificio che gli ha chiesto la dirigenza rossonera è stato molto grande, non solo perché ha dovuto lasciare il calcio giocato da un giorno all’altro dopo 22 anni di carriera, ma anche perché sarà subito messo sotto esame dalla tifoseria (e non solo), che aspetta di iniziare ad intravedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Il suo arrivo a Milano è atteso per domani alle 17:55, solo 5 minuti prima del fischio d’inizio di Milan-Spezia, ottavo di finale di Coppa Italia.
Ammesso e non concesso che riesca ad arrivare in Italia all’orario prefissato, molto difficilmente Seedorf si recherà subito a San Siro per assistere dagli spalti alla partita del suo Milan. Tutta la responsabilità sarà questa volta sulle spalle di Mauro Tassotti, che lo accompagnerà almeno fino a giugno in questa sua prima avventura da allenatore. Per venire in soccorso al Milan, Seedorf ha detto addio frettolosamente al Botafogo che in questa vicenda gli ha dimostrato grande riconoscenza consentendogli di lasciare la maglia numero 10, indossata sempre da protagonista nel suo anno e mezzo brasiliano, da un giorno all’altro.
“Se avessi potuto giocare altri cinque anni sarei rimasto, perché qui al Botafogo il gruppo è giovane e competitiva. Ma la carriera di un giocatore non è eterna. Ho sempre vissuto il calcio come parte della mia vita ma non come la mia vita. Il calcio può finire in qualsiasi momento e io devo essere in grado mentalmente di guardare sempre alle opportunità che si presentano. Nel calcio ho vinto tutto e il calcio mi ha dato tanto ma ora è arrivato quel momento. Spero che il Botafogo continui a crescere e a migliorare mentalmente e tecnicamente. E’ stato fatto un ottimo lavoro. In Brasile ci sono tante squadre migliori, ma con l’organizzazione si può andare lontano. Abbraccio uno ad uno i miei compagni, grazie al vostro Paese e ai giornalisti presenti”.
E’ stato il Presidente Berlusconi in persona ad indurlo ad accettare questa responsabilità. Non ce l’ha fatta a rifiutare l’invito di tornare subito a Milano per aiutare la sua vecchia società in difficoltà:
“Per i miei rapporti con il presidente Berlusconi, quando ieri mi ha chiamato non ho potuto dirgli di no. In Brasile ho imparato ad adattarmi a situazioni difficili. Non sono il tipo che accetta tutto. Il licenziamento di Allegri è stato decisivo per prendere la mia decisione. E’ una nuova sfida e sono felice, ma non ne voglio parlare oggi perché questo è il momento di celebrare il mio addio al Botafogo”.
Seedorf ha salutato tutti i presenti alla conferenza stampa con un ‘arrivederci’, augurando anche buona fortuna alla nazionale brasiliana impegnata nel prossimo mondiale casalingo:
“Ci incontreremo ancora. Questa esperienza di un anno e mezzo mi ha fatto crescere molto e mi aiuterà nel mio prossimo passo, come allenatore del Milan, che mi ha ingaggiato in maniera elegante e corretta. Spero che il Brasile possa avere una Coppa del Mondo indimenticabile e la nazionale brasiliana possa onorare i suoi colori. Grazie!”.
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