Tre gol mandarono al tappeto un intero popolo. Tre gol che fecero piangere i brasiliani, ignari alla vigilia dell’evento, che avrebbero assistito alla Tragedia del Sarrià (Tragédia do Sarriá in portoghese), il nome con cui stampa e tifosi hanno definito la sconfitta subita dalla nazionale verdeoro il 5 luglio 1982, durante i mondiali di Spagna. Paolo Rossi fu l’eroe dell’Italia e il castigatore di una delle più forti selezioni brasiliane di sempre (almeno nei pronostici). Paolo Rossi è il “carrasco”, il boia. Come Alcides Ghiggia, l’uomo che devastò psicologicamente il Maracana e insieme ai suoi compagni uruguaiani conquistò la Coppa Rimet nel 1950.
José Carlos Vilella era solo un bambino nel 1982. Un giovanissimo tifoso brasiliano che, accompagnato da suo padre nello stadio di Barcellona, era pronto per festeggiare il trionfo dei verde-oro contro l’Italia. Perché in Brasile la prudenza e la scaramanzia, nel calcio, spesso non sono state per niente contemplate. E il Brasile, quella partita, l’aveva già vinta nelle menti di ogni tifoso. La realtà fu ben più amara. José non trattiene le lacrime al fischio finale e un fotografo del Jornal da Tarde di San Paolo lo immortala.
Lo scatto diventerà l’emblema di una nazione in lacrime. Paolo Rossi e José si sono incontrati in un hotel di San Paolo, a 31 anni di distanza, grazie ad un evento creato da una nota marca di carte di credito. Pablito è apparso sorpreso quando ha visto José che invece lo ha accolto sorridendo, come un vecchio amico. Il tempo lenisce anche le ferite più profonde, ma negli almanacchi del calcio quel pomeriggio del Sarrià resterà per sempre indelebile.
Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG