Giampaolo Pazzini ha sposato il progetto dell’Hellas Verona firmando un contratto lungo: giocherà di fianco all’amico Luca Toni, seppur in una “dimensione” diversa rispetto a quelle cui era stato abituato negli ultimi anni in piazze come quelle di Inter e Milan. L’avventura in rossonero si è chiusa al termine di una stagione molto difficile per il bomber: poche partite giocate, nonostante si sia sempre fatto trovare pronto quando è stato chiamato in causa. Parlando alla ‘Gazzetta dello Sport’, Pazzini sostiene comunque di non essere stato propriamente “sedotto e abbandonato” dal Milan:
“Mi pare una definizione eccessiva. Il mio rammarico è stato non aver giocato di più quando me lo sarei meritato. Tra l’altro fisicamente sono sempre stato bene”.
Ad incidere sullo scarso minutaggio di Pazzini, un rapporto non propriamente idilliaco con Filippo Inzaghi, allenatore al quale Silvio Berlusconi ha dato il benservito al termine del campionato per far posto a Sinisa Mihajlovic. L’attaccante dell’Hellas Verona non ha alcun problema ad ammettere che il rapporto con il tecnico sia stato problematico e che vi siano state diverse liti, anche accese:
“Abbiamo fatto diverse discussioni pacate e altre molto meno pacate. Dopo l’ultima, decisamente animata, ho deciso di chiudere l’argomento e continuare a fare il mio lavoro”.
Ad un certo punto Pazzini ha deciso che la soluzione migliore per la sua carriera fosse quella di ripartire da un progetto “diverso”, magari meno ambizioso rispetto a quello di una grande piazza, ma che potesse meglio valorizzare le sue caratteristiche, proprio come Verona:
“Sapevo che era una piazza passionale, ma non mi aspettavo un entusiasmo simile. Per me la situazione ideale era andare in un club in cui poter sentire la fiducia incondizionata di tutti”.
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