Il Pazzo quest’anno non può sbagliare. A 30 anni (compiuti il 2 agosto scorso) sa che se la prossima stagione non sarà positiva il suo futuro sarebbe lontano dal Milan, stanco di aspettare la sua definitiva esplosione, mai arrivata in carriera. Dopo l’exploit alla Sampdoria e l’altalenante anno e mezzo all’Inter, Giampaolo Pazzini al Milan non ha mai trovato continuità anche per colpa degli infortuni che nelle ultime due stagioni lo hanno tormentato. Da quando poi è arrivato Balotelli gli spazi si sono ridotti, anche perché prima Allegri e poi Seedorf hanno quasi sempre preferito giocare con una sola punta davanti.
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Pazzini ha ribadito di poter coesistere in campo con SuperMario:
Vorrei mettere un punto fermo a questo discorso, di cui si parla da troppo tempo: sì, io e Mario possiamo convivere bene. A lui piace muoversi intorno all’area, a me piace stare dentro per finalizzare. Quindi siamo complementari.
Ma come la mettiamo con il punto di vista di Silvio Berlusconi, che vorrebbe Balo meno lontano dall’area di rigore? Il Pazzo, pur con diplomazia, fa capire che quella del presidente rossonero non è una grande idea:
Si può anche provare a dargli le consegne da centravanti in modo rigido, ma è difficile cambiare le caratteristiche di un giocatore che ama giocare in quel modo già da tempo.
Pazzini ha parlato quindi delle difficoltà vissute negli ultimi mesi, facendo intendere che sebbene Clarence Seedorf lo volesse titolare, alla fine il suo nome negli undici iniziali non c’era quasi mai, chissà forse per ingerenze dall’alto (o perché l’olandese aveva idee non chiarissime):
Effettivamente non sono stato molto fortunato negli ultimi tempi. Sentivo anch’io molta stima nei miei confronti, in molti mi avrebbero voluto vedere in campo, ma poi non succedeva. Una situazione davvero beffarda. (…) Dopo l’infortunio ero rientrato bene, mi stavo allenando con una buona gamba e avevo anche fatto un paio di gol. Solo che mi è capitato diverse volte di andare a dormire titolare alla vigilia e svegliarmi panchinaro il giorno della partita.
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