Joseph Blatter, presidente della Fifa, cancella la figura del procuratore e rivoluziona il modo in cui dal 1° aprile in poi anche in Italia si svolgeranno le trattative del calciomercato. La Figc, infatti, è chiamata a recepire il nuovo regolamento voluto fortemente dal governo del calcio mondiale e reso operativo dal Comitato Esecutivo Fifa già nel marzo del 2014. Alcuni l’hanno già ribattezzata come una “liberalizzazione” nella professione del procuratore: sostanzialmente, le nuove norme cancellano la figura dell’agente Fifa, status che si otteneva dopo aver superato un esame bandito dalla Federcalcio.
A dire il vero, c’è un po’ confusione in merito a ciò che verrà dopo, ma è possibile provare a fare un po’ di chiarezza. I nuovi procuratori, che non saranno tenuti ad iscriversi al precedente corso, si chiameranno intermediari, ma manterranno le stesse prerogative: ossia di dovranno preoccupare dei rapporti tra i giocatori e le società durante i tesseramenti, i rinnovi e le cessioni. Fin qui i fratelli dei calciatori e gli avvocati abilitati hanno potuto esercitare la professione di intermediario senza avere il tesserino, mentre i “comuni mortali”, oltre a disporre di un diploma e del casellario penale pulito, necessitavano di una licenza conseguita tramite il superamento di un esame bandito dalla Figc.
Il conseguimento del tesserino di agente Fifa, consente di esercitare la professione in tutti i Paesi aderenti. Negli ultimi anni, in Italia c’è stato un vero e proprio boom di agenti, se si considera che cinque anni fa erano solo 500 e oggi se ne contano il triplo, rispetto a numeri nettamente inferiori delle altre federazioni. Con il nuovo regolamento, a partire dall’1 aprile, non servirà più il tesserino (se lo avete conseguito di recente avete fatto un investimento sbagliato): chiunque, sancisce la Fifa, potrà essere intermediario di un calciatore, purché sia “pulito” e non abbia conflitti d’interessi. Inoltre, viene stabilito il compenso, anche se ancora non è stato chiarito se si parli di percentuale netta o lorda: ad ogni transazione andata a buon fine, il nuovo agente incasserà il 3%, non un centesimo di più (almeno ufficialmente).
Una novità molto importante è rappresentata dall’abolizione del “divieto di doppio mandato”: il nuovo intermediario potrà, nel corso di una trattativa, rappresentare sia un giocatore sia la società, ma percepirà la percentuale solo da una delle due parti. Gli addetti ai lavori si sono già divisi: c’è chi accoglie di buon grado la novità, chi invece teme che si facciano avanti veri e propri “lupi”, poco qualificati e in grado di complicare le trattative, se non addirittura dare vita a vere e proprie truffe. Inoltre, mentre l’Uefa dichiara guerra ai fondi d’investimento che controllano i cartellini dei calciatori, la Fifa di fatto li incentiva, poiché con il nuovo regolamento si stabilisce che anche le “persone giuridiche” possono fare da intermediari.
Un nodo che quasi certamente la nuova regolamentazione non riuscirà a risolvere, secondo molti addetti ai lavori, è quello relativo alla cifre “in nero” che gli agenti percepiscono. In Inghilterra, ad esempio, la federazione obbliga le società a comunicare le cifre spese ogni anno per le commissioni degli agenti, mentre in Italia non se ne sa nulla. Luca Vargiu, noto agente di calciatori, su questo aspetto è molto critico:
“Fissare una soglia percentuale di compenso rappresenta un passo in avanti, ma rimane il problema delle cifre fuori mandato. Il nero è cresciuto negli ultimi anni senza che nessuno intervenisse. Temo gli avventurieri si sentiranno autorizzati a giocarsi le proprie chance. Piuttosto che avere regole ambigue che nessuno seguiva – conclude – , la Fifa ha istituzionalizzato la giungla”.
Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG