Non è soltanto questione di moda, ma anche di abbattimenti fiscali e gestione dei cartellini, oltre che l’irresistibile fascino del calcio inglese e del suo business commerciale. Sta di fatto che l’onda lunga di quanto operato dalla famiglia Pozzo dopo il primo caposaldo gettato a Granada, in Spagna, e l’acquisizione del Watford (tutti club in simbiosi con la casa-madre Udinese) è un’onda che inizia a contagiare i cosiddetti “ceti medi” del football nostrano: ultimo della lista, ma certamente più concreto e decisionista di altri, il presidente del Catania Antonino Pulvirenti.

Sarebbe lui l’italiano alle spalle della trattativa iniziata da qualche settimana da parte di importanti intermediari che fanno capo a società del Belpaese per provare a comprare il Portsmouth, due anni or sono in Premier League ma ora nobile decaduta ben due categorie sotto Manchester United e compagnia bella.

Considerati gli attori, si può dare un buon 50% di possibilità di riuscita. Pulvirenti è uomo di calcio a tutti gli effetti, prima presidente di una società siciliano di Interregionale, poi fautore del risorgimento dell’Acireale insieme a colui che fino a pochi mesi fa è stato il suo fedelissimo braccio destro Pietro Lo Monaco.

Dal 2004 Pulvirenti è presidente e patron del Catania con il quale ha ottenuto risultati ben oltre ogni più rosea aspettativa attestando la squadra alle soglie delle zone Uefa nelle ultime stagioni, inclusa quella in corso. Ripetersi a Portsmouth non sarebbe semplice, ma la “scuola argentina” improntata in Sicilia sarebbe comunque una novità anche per il calcio inglese che ne sarebbe comunque affascinato. Allo stato attuale delle cose, la Championship sarebbe il bacino di riserva dal quale attingere, o nel quale spingere, per un Catania che ora, secondo le parole appunto del suo presidente “…guarda al Napoli e non più alla salvezza come accadeva in passato“.

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ultimo aggiornamento: 28-01-2013


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