Trentasei anni, ancora due di contratto col Barcellona, ma anche infortuni (quando il braccio, quando il ginocchio) e tante battaglie fatte e da fare che a una certa età cominciano a far paura: Carles Puyol, anima, cuore e gambe del club catalano oltre che della Nazionale Spagnola, ha deciso di interrompere la sua storia d’amore col blaugrana e a giugno indirà una conferenza stampa d’addio dopo 19 anni tra Masìa e Camp Nou, quasi 600 partite con la stessa maglia, fascia da capitano appiccicata all’omero e look inconfondibile da combattente capellone. “Dopo le ultime due operazioni tanto aggressive sto facendo una gran fatica a recuperare il livello che io stesso esigo da me stesso per continuare qui, il 30 giugno perciò andrò in vacanza perché ho un gran bisogno di riposare, poi deciderò il da farsi; in ogni modo a fine stagione ci vedremo di nuovo e risponderò alle vostre domande” ha spiegato in maniera stringata ma super esplicativa il difensore. Non è dato sapere, dunque, se appenderà le scarpette al chiodo o continuerà in un’altra squadra o in un altro calcio, di sicuro non sarà ai Mondiali con la maglia della Nazionale dopo 100 partite con le Furie Rosse e tre gol, uno dei quali importantissimo nella semifinale mondiale di 4 anni fa contro la Germania, uno a zero grazie proprio a un suo colpo di testa.
Inutile sottolineare come in Spagna la notizia abbia scosso gli appassionati, non solo quelli catalani, per quanto ha rappresentato Puyol nell’ascesa e nel consolidamento del calcio iberico di questi ultimi quindici anni: d’altra parte ha vinto 21 titoli con la maglia del Barça, ma anche tre competizioni con la selezione nazionale, in altre e poche parole un mito vivente. Mosso da sentimenti di ammirazione e smarrimento insieme, tramite il suo profilo ufficiale Facebook il compagno di squadra e di reparto Gerard Piqué ha a lui dedicato pensieri molto profondi al limite del commovente, un tributo che abbiamo sentito l’esigenza di riportarvi integralmente per quanto è bello e sincero:
“Il giorno è arrivato. Te ne stai andando. È la legge della vita, ma per me è difficile immaginare il Barça senza di te. Se mi guardo indietro e penso a Parigi o Roma, la prima immagine che mi viene in mente sei tu che alzi la Champions League. Hai lasciato l’onore di alzare la coppa a Wembley ad Abidal, e questo ti ha reso ancora più grande. La mia generazione e quelle che verranno dopo non sapranno cosa vorrà dire avere Puyol al fianco con la fascia al braccio. Credo che niente sarà più lo stesso. Ti ho incontrato 6 anni fa, tu eri l’emblema del club e io solo un ragazzino, ma fin dal primo giorno abbiamo avuto un grande rapporto fuori e dentro il campo. Con te la fianco mi sono sempre sentito protetto e sapevo che eri li, pronto a riparare ai miei errori. In pratica sei stato il mio angelo custode. Mi mancheranno le nostre chiacchierate nello spogliatoio, i tuoi consigli e il tuo coraggio in campo. Trovo divertente sentir parlare della ricerca di un “nuovo Puyol”: potranno cercare quanto vogliono, ma non lo troveranno mai. Grazie di tutto, Puyi”.
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