E’ previsto oggi l’interrogatorio di garanzia per i nove giovani arrestati dopo l’aggressione ai tifosi dell’Ardita. Sono tutti di età compresa tra i 18 e i 32 anni e sospettati di far parte del gruppo che ha aggredito domenica mattina, a Magliano Romano, i tifosi dell’Asd Ardita, giunti numerosi da Roma per seguire la trasferta della squadra di Terza categoria. I nove fermati vivono tra Viterbo, Soriano del Cimino e Vitorchiano e tra loro c’è anche un ultras colpito da Daspo. I carabinieri del comando provinciale di Viterbo guidati dal collonnello Mauro Conte hanno eseguito altre perquisizioni a Viterbo e anche a Roma.
Un carabiniere fuori servizio ha annotato le targhe di due macchine segnalandole alla stazione di Bracciano e contribuendo in maniera determinante alla cattura dei nove giovani (ma secondo i testimoni ad aggredire i tifosi dell’Ardita sarebbero state più di nove persone). Una pattuglia della compagnia di Civita Castellana ha fermato le due macchine: a bordo c’erano i nove giovani arrestati, ai quali sono stati sequestrati bastoni e spranghe. Si trovano agli arresti domiciliari e dovranno rispondere di lesioni gravissime. Residenti nella provincia di Viterbo, per gli inquirenti apparterebbero a frange ultras di estrema destra della Viterbese.
Si fa sempre più strada la matrice politica del raid avvenuto poco prima della metà del primo tempo (la partita era iniziata alle 11 di domenica) che ha provocato il ferimento di sei ragazzi e la sospensione della partita che sarà ripetuta. Il tifoso più grave è stato trasferito dall’ospedale di Monterotondo al Policlinico per essere sottoposto ad un intervento intervento chirurgico necessario per ricomporre la frattura a un braccio (40 giorni di prognosi).
Per i dirigenti dell’Ardita l’aggressione subita a Magliano Romano è un attacco rivolto alla loro società, poiché promuove un modello di sport che punta solo al sociale. Le parole del portavoce Michele Magro, che è anche un calciatore della formazione giallo nera nel ruolo di terzino, rilasciate al Messaggero:
“Questa è la prima società a Roma che ha importato questo modello e per questo viene attaccata. C’è chi la vuole etichettare come progetto violento, ma non ci riuscirà. La finalità di quell’aggressione è di screditarci nelle nostre attività e paragonarci agli estremisti, cosa che non siamo mai stati e non saremo mai. Continueremo a dare priorità assoluta al raggiungimento dei nostri obiettivi sportivi. Questo episodio non ci intimorisce, andremo avanti per la nostra strada”.
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