Secondo Mino Raiola il razzismo nel mondo del calcio rappresenta un problema ancora vivo e centrale. I tanti sforzi fatti dalla FIFA e dalla UEFA per tentare di educare i tifosi non sarebbero ancora sufficienti, anche perché secondo il più famoso procuratore del mondo esisterebbe un altro tipo di razzismo, decisamente più subdolo. Nel corso di un’intervista al quotidiano svedese Expressen, Raiola ha citato il caso di Romelu Lukaku raccontando quello che gli capitava quando era solo un ragazzino: “Per lui i problemi non sono mai mancati, da sempre: ricordo che la madre mi disse che a ogni partita doveva portare il suo certificato di nascita! Nessuno degli altri genitori credeva avesse 12-13 anni, soprattutto quando segnava 3-4 gol a partita. E questi episodi non erano casuali“.
Secondo Raiola rappresenterebbe una discriminazione anche il solo fatto di paragonare giocatori di colore ad altri giocatori di colore: “Il calcio è lo sport più democratico in assoluto, pertanto dovrebbe essere uguale per tutti. Si parla sempre, la gente pensa non ci sia discriminazione, ma non è vero: i calciatori di colore ricevono sempre un certo tipo di trattamento. Ritengo ci sia discriminazione consapevole. Mi domandano sempre: ‘Mino, questo giocatore è come Pogba, Balotelli e Lukaku?’, mai ‘Somiglia a Ibrahimovic o Beckham?’. Gli atleti di colore vengono sempre collocati a parte…“.
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