Mino Raiola ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport (domani in edicola la seconda parte). Il procuratore più personaggio che ci sia ha parlato del futuro delle star che gestisce da Paul Pogba a Mario Balotelli, passando per Zlatan Ibrahimovic. Ma ha anche espresso interessanti punti di vista sui protagonisti del calcio mondiale.
A proposito del centrocampista francese della Juve, Raiola ha ammesso che “il merito della sua esplosione è Conte” perché “Paul ha bisogno di uno così, che dice: tu fai quello che dico io, e io ti do spazio”. Quindi ha svelato perché nel 2012 scelse di portarlo a Torino:
Il Milan voleva prenderlo insieme al Genoa e mandarlo lì: bocciato. L’Inter disse che non voleva fare uno sgarbo a Ferguson: bocciata. Con la Juve il patto era: lo prendi, gli dai subito uno stipendio da prima squadra, ti prendi la responsabilità e non lo dai in prestito. Il primo a cui lo proposi fu Sabatini. (lo imita tossendo) «Raiola, non mi proponi niente di buono». Prendo la penna e scrivo su un foglio: Pogba. (ndr: mentre parla, chiamiamo la Roma. Ci dicono che è vero, ma Raiola aveva chiesto una commissione altissima).
Sul futuro del 21enne, Raiola ha le idee chiare e per questo invita la Juventus a venderlo a fine stagione. O, al massimo, nel 2016:
Vendere e pentirsi è meglio che non vendere e pentirsi. Se non vendi Pogba non hai soldi per fare una squadra con cui vincere la Champions. Se vuoi tenerlo, devi fare una squadra così forte che poi Paul ci possa ancora crescere, ma se non lo vendi non hai i soldi per farlo. La cessione di Pogba va considerata a prescindere da quello che poi fai con i soldi. Quando la Juve vendette Zidane poi aprì un altro ciclo. Io per quanto posso tenere ancora Pogba in Italia? Tutti hanno carta in mano, bisogna vedere quando giocarsela. Quella del Psg è la più naturale: se ci vuole chi gli può dire di no? Ma non so se è una giocarsi adesso. E poi: Pogba alla Juve può ancora un anno? Il mio rinnovo era facile: non rinnovando avrei creato un problema alla Juve oltre una debolezza a Paul: io voglio che chi lo compri creda in lui e lo strapaghi.
Insomma, “se non è quest’anno, sarà l’anno dopo. Intanto Paul è a un livello economico reputazione pari agli altri big, quindi può restare un altro anno”. Raiola, convito che un “procuratore deve curare l’interesse del giocatore, e questo può anche coincidere con quello della società”, fa intendere anche di essere pronto a battagliare con la Juve:
Se per Pogba alla Juve il City dà 110 milioni ma il Real è a 80, dico a caso, e Paul sceglie il Real, tra me e la Juve sarà guerra.
Quindi il capitolo Mario Balotelli, che sembra il più amaro per il vulcanico procuratore italiano naturalizzato olandese:
Tra tutti i campioni che ho gestito non ne ho mai incontrato uno costretto a subire le ingiustizie che ha subito Mario. La gente non lo conosce: si chiude, si fa trascinare a fare quello che non è. La verità è che Mario è un ragazzo insicuro, e nella sua insicurezza magari fa delle cavolate. Io ho sempre voluto accontentare i giocatori: con gli altri ho fatto sempre di testa mia, con lui no. “Ho bisogno della mamma, degli amici, dell’Italia”, diceva. Ed essendo anch’io un papà e volendolo felice, l’ho portato dal City di nuovo in Italia: uno dei più grandi errori della mia carriera. Dovevo dirgli: “Tu in Italia non ci torni. Il City è una grande società, non ti lasceranno mai cadere, questo è il calcio che conta e tu ne vuoi uscire”. E sono convinto che ho sbagliato anche per un altro fatto: al Milan serviva un leader. Dai palla a Mario, lui fa gol, tutti sono contenti. Ma leader lui non è, ed è anche sbagliato chiederglielo. Ci sono giocatori fortissimi che non hanno leadership, altri meno forti ma che ne hanno.
Raiola ha poi annunciato che SuperMario non si muoverà da Liverpool, facendo intendere che per lui trattasi dell’ultima spiaggia:
L’ho visto lunedì e gli ho detto: “Hai un contratto di 4 anni e non ti porto via. O tu lasci Liverpool a 60-70 milioni e io ho vinto la scommessa, o muori lì”. È la prima volta che faccio a un giocatore un discorso così. L’ho visto tranquillo, cambiato, diverso rispetto al Milan. Molto deluso da se stesso, anche. Sta passando un momento come non ha mai avuto. Prima gli volevano sempre bene tutti, aveva spazio. A Liverpool no: o fai come diciamo noi o resti fuori. Poi è stato rotto per 8 settimane, ha perso ritmo. E infine la storia della figlia: Pia l’ha cambiato, ma Mario ha pure trovato una donna che non gli dà pace.
Il riferimento è, evidentemente, all’ex fidanzata Raffaella Fico, che farebbe di tutto per non garantirgli serenità. Del tipo che “se la bimba deve andare quel giorno in quel posto, ecco puntuale un certificato medico che la piccola ha la febbre. Se poi c’è un viaggio in business per lei e il fratello, allora può darsi che venga. E questa cosa Mario la soffre tantissimo”. Perché, secondo Raiola, “il vero Mario ha le capacità per essere il più forte al mondo, ma non il carattere. E questo periodo al Liverpool è la lezione più importante che ha avuto”:
Ha un fisico clamoroso. Pure Ronaldo ce l’ha, ma per tenerlo deve bere acqua minerale. Mario mangia spaghetti, cotoletta, beve tè freddo, poi lo vedi e ti stupisci. Ora si sta applicando forte, la sua vita privata è più calma. E non ha senso chiedersi se Liverpool è la piazza giusta: è l’unica piazza.
Insomma, Balotelli ha da lavorare duro e anche un po’ da incattivirsi. Sì, perché a detta di Raiola, che conosce bene entrambi, il problema dell’attaccante bresciano è che non è cattivo come Ibra:
A lui è difficile che si avvicini qualcuno con cattive intenzioni: Zlatan ti fa paura, ti fa male. È un furbo da strada. A Mario uno ha bruciato la casa e lui l’ha perdonato. Se capitava a me, lo ammazzavo di botte. Se fossero rimasti insieme? Per Mario sarebbe stato meglio, per Zlatan peggio. Avrebbe perso la pazienza e lo avrebbe menato. Zlatan non lo sopporta perché spreca talento.
Assicurato che lo svedese “resta al Psg” e dichiarato che “merita il Pallone d’oro dieci volte più di Messi” perché l’argentino “ha fatto quello che ha fatto solo a Barcellona”, mentre Ibra “ha messo l’impronta in tutte le squadre in cui è andato” e se non ha mai vinto in Europa è perché “è andato via dall’Inter quando poteva vincere la Champions. Ha sbagliato scelta, ma il suo sogno era di andare al Barcellona e ha seguito il sogno”, Raiola sul fuoriclasse del Barcellona ha detto:
Se avessi avuto Messi gli avrei cambiato già quattro volte squadra, ma non per i soldi: quelli li guadagnavamo pure lì a forza di rinnovi. Ma perché sarebbe migliorato anche lui.
Infine l’aneddoto su Pavel Nedved, ai tempi del suo passaggio dalla Lazio alla Juve:
Pensate che all’inizio faticava perché si allenava troppo. Un giorno mi chiama Umberto Agnelli: “Signor Raiola, mi tolga una curiosità”. (…) “Vado in ufficio alle 8 e lo vedo che corre, torno a casa alle 19 e lo vedo che corre, mi chiedo se si alleni anche con la Juventus…
Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG