Il campionato russo non è nuovo a gesti di razzismo verso giocatori di colore, ma quello è che accaduto una settimana fa e le successive sanzioni disciplinari comminate dalla federazione solleveranno di sicuro molte polemiche. Protagonisti in negativo della vicenda i tifosi della neopromossa Torpedo Mosca nel corso dell’ultimo derby contro la Dinamo che si è giocato lo scorso 22 settembre. Verso la fine del primo tempo dagli spalti è arrivata sul terreno di gioco una banana, il frutto era indirizzato al difensore congolese Christopher Samba che ha reagito mostrando il dito medio al pubblico, tornato negli spogliatoi ha poi deciso di non tornare in campo per la ripresa per protesta. Curiosamente è stato sostituito da Douglas, anche lui di colore, in una partita che poi la Dinamo ha vinto per 3-1.
Il giocatore ha ottenuto la solidarietà del suo club, il vice presidente Gennady Solovyoy ha commentato così l’accaduto ai microfoni dell’agenzia russa ITAR-TASS:
Posso confermare che Samba è stato insultato con epiteti razzisti. Non è voluto rientrare per il secondo tempo ed è stato sostituito. Sinceramente lo capisco. Con la tifoseria della Torpedo è molto difficile.
Non la pensano così quelli della federazione russa che hanno deciso di squalificare il giocatore per due giornate, la decisione è stata spiegata dal capo del comitato disciplinare Artur Grigoryants che parlando di “gesto spiacevole” ha detto:
Abbiamo tenuto in conto quello che è accaduto sul campo e che il giocatore è stato provocato, per questo abbiamo deciso per la sanzione meno dura possibile.
A pagare è anche la Torpedo Mosca che per lo stupido gesto di un suo tifoso sarà costretta a giocare un turno a porte chiuse. Sicuramente la decisione non è stata semplice, a norma di regolamento infatti anche l’insulto nei confronti dei tifosi da parte di Samba doveva essere preso in considerazione, ma forse in casi del genere si potrebbe fare un’eccezione. Non è la prima volta che il congolese viene preso di mira, già quando giocava nell’Anzhi subì lo stesso gesto da parte dei tifosi della Lokomotiv. In Russia non andava meglio a Roberto Carlos, anche lui all’Anzhi, vittima dello stesso insopportabile gesto di razzismo in due occasioni, la prima a San Pietroburgo nel marzo 2011, la seconda esattamente tre mesi dopo a Samara in casa del Krylja Sovetov.
È evidente che in Russia abbiano più di qualche problema con i tifosi, l’ultimo episodio deplorevole ha avuto per protagonisti gli ultras del CSKA in trasferta a Roma per la sfida di Champions League. La federazione deve usare il pugno duro e lavorare molto, a braccetto con il governo, nell’educazione dei tifosi. Fra quattro anni lì si giocheranno i Mondiali di calcio e le figuracce saranno trasmesse in mondovisione.
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