Gli stadi inglesi sono spesso usati come punto di riferimento nel mondo del calcio come esempi di modernità e funzionalità. Indubbiamente le tribune vicine al terreno di gioco, senza le inutili piste di atletica, la loro multifunzionalità rende questi impianti dei modelli virtuosi a cui ispirarsi. Spesso però le strutture in questione sono vecchie, anche di oltre un secolo e mostrano i loro punti deboli. L’Arsenal ha dovuto costruirne uno nuovo, rinunciando a malincuore all’affascinante Highbury, il Liverpool programma da anni dei lavori al glorioso Anfield Road, tanto per fare qualche esempio.
Le esigenze del calcio moderno, la necessità di monetizzare il più possibile dalle partite dei club, spesso rendono gli stati inglesi tanto affascinanti quanto inadeguati. I problemi più comuni riguardano la location, spesso zone fortemente urbanizzate con i relativi problemi per l’afflusso e il deflusso degli spettatori, e la capienza. Proprio quest’ultimo problema ha convinto il Chelsea a intervenire sul suo Stamford Bridge. Ad accelerare i tempi hanno contribuito le nuove norme sul fair play finanziario: attualmente l’impianto può ospitare 41800 spettatori, il club vuole portarlo ad una capienza di circa 60000 posti per incrementare così gli introiti dalla vendita dei biglietti.
Sono due le soluzioni al vaglio della società in questo momento: la prima prevede la costruzione di un nuovo stadio, la seconda una semplice ristrutturazione. Per la costruzione di un impianto tutto nuovo era stata individuata la zona della Battersea Power Station, una vecchia centrale a carbone da tempo in cerca di riqualificazione, a pochi passi dall’attuale Stamford Bridge, al di là del Tamigi. La soluzione più accreditata è però quella di un restyling, in questo caso il Chelsea sarebbe costretto a spostarsi per qualche tempo in un nuovo stadio in attesa che vengano completati i lavori, un po’ lo stesso problema che ha anche il Tottenham.
I Blues hanno individuato nel Twickenham Stadium, tempio del rugby inglese, la location ideale per questo trasloco temporaneo ma, come vedremo, non mancano i problemi. L’impianto, che ha una capienza di 82000 spettatori, non ha mai ospitato nella sua storia una partita di calcio e in molti non sono favorevoli a questa riconversione provvisoria, a preoccupare è la tenuta dello splendido terreno. A confermare un contatto con la società londinese ci ha pensato un portavoce della Rugby Football Union che ha parlato al Sunday Times:
Veniamo contattati spesso da molte associazioni, sportive e non, per le opportunità di utilizzo di quello che crediamo sia uno stadio di caratura mondiale. Abbiamo ricevuto un sondaggio da parte del Chelsea ma non c’è stata fino ad ora alcuna discussione importante. Anche se non possiamo commentare i contenuti di queste discussioni private, possiamo dire che prendiamo in considerazione ogni richiesta valutanto una serie di fattori tra cui l’effetto sul prato, la disponibilità, i trasporti e considerazioni di natura urbanistica che possono avere importanti implicazioni.
Le stesse parole riferite da un portavoce del Chelsea che ha confermato le esigenze del club con la ricerca di una soluzione che ha preso il via all’inizio di questo 2014. In ogni caso se alla fine la scelta dovesse ricadere proprio sul Twickenham Stadium il trasloco non potrebbe avvenire prima della stagione 2016/2017, questo perché nel 2015 l’impianto dovrà ospitare la Coppa del Mondo di rugby. I tifosi, inutile dirlo, preferiscono l’ammodernamento del vecchio Stamford Bridge, che fu inaugurato addirittura nel 1877, alla costruzione di una casa tutta nuova, magari modernissima ma senza il fascino della sua storia.
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