Roma Brighton: 10 cose da ricordare nel trionfo della squadra giallorossa, che supera gli inglesi con un poker
Un confronto divertente, con un esito che forse neanche i più ottimisti avrebbero pensato così squilibrato nel punteggio: il 4-0 di Roma-Brighton è clamoroso e nella sfida tra amici Daniele De Rossi ha stravinto contro Roberto De Zerbi.
Ecco 10 cose da ricordare di questa sfida
1) L’intro. All’Olimpico ci sono 65.000 spettatori e un po’ viene in mente l’Innominabile, ovvero Mourinho. Perché al di là di ogni considerazione sull’indubbio fascino del confronto tra una formazione di Serie A e una di Premier League, il merito per il nuovo interesse verso le coppe europee minori è anche suo, da quando ha fatto vivere nell’anima il senso di vincere qualcosa. Poi, ovviamente, c’è il resto, lo specifico di un confronto tra due mister che «condividono la vita e il calcio», e un’atmosfera che sembra di essere nelle notti di Coppa dei Campioni cantate da Antonello Venditti per come «si fatica a sentire anche la nostra voce» (dalla telecronaca di Sky).
2) La presentazione. Il primo tiro in porta è un colpo di testa di Lukaku su un cross perfettamente calibrato da Spinazzola. L’esterno approfitta di una corsia libera e i suoi sincronismi con El Shaarawy saranno il tormentone della gara. Steele risponde d’istinto e bene, ma prima di pensare che sia la sua serata interviene Dybala a superarlo e da lì in poi saranno minuti alquanto angoscianti per lui e per tutti i componenti della difesa.
3) Lo stop di Celik. Quando le cose funzionano, ci provano davvero tutti. Nel primo tempo la Roma mette insieme due cose difficilmente assemblabili in pochi attimi: l’esaltazione e la razionalità. La prima la si vede in uno strepitoso gesto tecnico di Celik, che stoppa un pallone difficilissimo e se ne va. La seconda la si vede nella coralità della squadra, che inizia a fare una fitta ragnatela di passaggi prima di arrivare al cross di Spinazzola per la testa di Lukaku. Pallone lontano dalla porta ma vale di più il messaggio di piena coscienza dei propri mezzi che i giallorossi stanno comunicando.
4) Il boato. Ancora sull’1-0, poco prima del raddoppio, il Brighton rischia tantissimo in un’uscita (del resto è la seconda squadra in Europa per numero di gol presi impostando da dietro, peggio fa solo il Girona). Stavolta gli riesce perfettamente e dalla sinistra Spinazzola si fa tutto il campo in diagonale per andare a chiudere, creando uno di quei boati di cui è fatta una gara entusiasmante.
5) Cosa fa l’entusiasmo. É l’espressione usata da Giancarlo Marocchi nel commentare l’azione del 4-0, arrivata subito dopo il terzo gol. Con un asse Spinazzola-El Shaarawy che ha messo a nudo a tutto campo i limiti enormi della fase difensiva inglese.
6) Il meme. Diventerà un’immagine che potrebbe condannarlo, quell’invito alla calma di De Zerbi come Allegri che invita alla calma a risultato compromesso. In realtà, se l tuo attaccante sbaglia – Welbeck –, è giusto ricordargli che meno preciptazione può servire.
7) Il dubbio. Anche in un 4-0 a proprio favore, c’è un episodio che forse avrebbe potuto portare a un altro film: il tiro deviato da Ndicka sul palo sullo 0-0.
8) Ovunque. La mappa di Dybala è stracolorata in tutte le zone. E se non fosse realmente così, fatecelo pensare, avendolo visto in ogni zona del campo, difesa compresa.
9) Le sterzate. Sono quelle che ha proposto in continuazione Adingra, il più vivace dei britannici. Ha 22 anni, un’occhiata al ritorno conviene dargliela.
10) I numeri di De Rossi. La gestione di DDR è fatta di 10 gare: 8 vittorie, 1 pareggio, 1 sconfitta. E, in quanto a risultati offensivi, il calcio di Mourinho sembra lontano anni luce con i suoi 26 gol fatti. Aggiungiamo la particolarità di stasera: 4 marcatori diversi (Dybala, Lukaku, Mancini e Cristante), tutti i reparti in rete, 2 suggeritori ulteriori (Paredes e un doppio El Shaarawy stratosferico). Si può volere di più?
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