Una dozzina di infortunati sono tanti, troppi. Un numero impressionante di defezioni, molte delle quali importanti, che avrebbe messo in difficoltà qualunque allenatore. Una fragilità collettiva che non può essere solo casualità e molti aspetti da analizzare risiedono anche nella preparazione atletica. L’Inter è crollata anche da un punto di vista mentale e quella prestigiosa vittoria ottenuta allo Juventus Stadium sembra solo un ricordo sbiadito. Ma anche l’allenatore ha le sue colpe, nonostante gli alibi. Prima della semifinale di coppa Italia persa contro la Roma, la Curva nerazzurra ha esposto una serie di striscioni polemici.

Il più significativo evocava lo Special One: “Dopo Mourinho ci sentiamo orfani di qualcuno che sappia trasmettere il senso di appartenenza“. Sembra un esplicito riferimento al direttore generale Marco Fassone, scelto da Massimo Moratti l’estate scorsa dopo le esperienze alla Juventus e al Napoli. Un altro recitava così : “Fine stagione, tempo di bilanci e conclusioni. Cominciamo oggi: per questo quali sono le spiegazioni?” E sotto gli ultras hanno steso un lenzuolo raffigurante una foto risalente a qualche anno fa di Fassone che, in veste di direttore marketing della Juventus, mostrava una maglia con scritto “Meglio un anno senza tituli che una vita da ridiculi“, risposta bianconera al celebre sfogo sugli zero titolì degli avversari da parte di Josè Mourinho.

A fine partita Andrea Stramaccioni ha fatto ugualmente i complimenti alla sua squadra scacciando le voci giornalistiche di una mancata riconferma:

“Posso fare solo i complimenti ai miei ragazzi. In questo momento l’Inter ha messo tutto quello che aveva in campo. Abbiamo disputato un ottimo primo tempo, per quelle che sono le nostre condizioni attuali. Poi nella ripresa la Roma è cresciuta, noi siamo calati. Il grande rammarico è aver preso il gol del pareggio a difesa schierata, con una palla persa in contropiede. Complimenti anche alla Roma, perché ha meritato questa finale. E’ difficile scindere i giudizi da quello che ci sta succedendo: oggi, ad esempio, abbiamo perso Cambiasso nel riscaldamento, dopo aver recuperato in extremis Juan. A me non me ne frega niente delle voci sul mio futuro. I giornali possono tirare fuori anche 127 nomi diversi di allenatori, a me non importa. Tanto voi tirate fuori un nome, quello rinnova con la sua squadra, e dovete tirarne fuori un altro. Finché siamo stati tutti eravamo secondi e avevamo battuto le prime quattro del campionato. Ora siamo in questa situazione e siamo arrabbiati. Se la Roma avesse giocato senza Totti, Lamela e Destro avrebbe fatto fatica. Se avessimo cominciato male la stagione e ora avessimo fatto quello che abbiamo fatto nel girone d’andata tutti direbbero che siamo fenomeni”.

In tarda serata, ha parlato anche il presidente Massimo Moratti:

“Ho fatto i complimenti alla squadra, che ha dato quello che poteva in questo momento. Al di là delle riflessioni che ci saranno sul futuro, adesso bisogna giocare queste sei partite sperando di avere i giocatori per farlo. Sugli infortuni? Non bisogna pensare che tutti siano casuali, ma bisogna valutare i motivi che li hanno causati. La contestazione a Fassone? La curva è libera di esprimersi come crede, la società è altrettanto libera di fare le sue scelte”.

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