In un’intervista realizzata dal Financial Times, James Pallotta ha commentato e analizzato la stagione disastrosa appena conclusa per la Roma (sesto posto in campionato, sconfitta in finale di Coppa Italia nel derby, fuori dall’Europa, due allenatori). Il presidente del club capitolino ha definito l’annata “frustrante” e si è detto “decisamente deluso”. L’imprenditore americano ha in particolar modo criticato l’atteggiamento della squadra nelle gare disputate contro le medio-piccole, rivendicando invece i risultati positivi ottenuti nei big match:

Abbiamo sconfitto tutte le migliori squadre: la Juventus, abbiamo distrutto il Milan, la Fiorentina e battuto tre volte l’Inter. Ma è assurdo il modo in cui abbiamo giocato contro le squadre dalla metà della classifica in giù. Abbiamo molti nuovi giocatori. Ci vorrà tempo.

Successivamente Pallotta ha messo da parte le vicende tecniche e si è concentrato in maniera particolare sulla questione dello sviluppo del marchio Roma:

Stiamo facendo della Roma un brand. Le squadre di calcio in Italia sono scambiate sulla base di ricavi e un certo ammontare di ego. Noi non lo abbiamo fatto per l’ego. Se il Manchester United vale 3,9 miliardi di dollari e la Roma è valutata meno di 200 milioni, ci sono tante opportunità per colmare quel divario. Le squadre di calcio dovrebbero essere gestite come un business, non come un hobby.

Il presidente giallorosso, l’unico straniero nel campionato di Serie A italiano, ha quindi rivolto delle critiche alla passata gestione della famiglia Sensi che per quanto concerne i “social media o sistemi di gestione dei fan” non aveva “fatto nulla, dimenticandosi di Facebook o Twitter” ed ha spiegato che l’intenzione è di creare un database dei suoi sostenitori, riprendendo l’esperienza dei Boston Celtics, dei quali Pallotta possiede una quota. L’obiettivo finale è di permettere l’accesso allo stadio senza biglietto cartaceo, ma con gli smartphone.

Quindi ha rivelato che il suo gruppo si propone di raccogliere nuovo capitale di almeno 75 milioni di dollari, con la banca statunitense Morgan Stanley advisor dell’operazione. Insomma, in vista c’è un aumento del capitale:

Penso che a tanta gente con le tasche piene piacerebbe possedere la Roma.

Intanto la redditività appare ancora lontana: secondo il rapporto annuale di Deloitte la Roma è scesa di quattro posti, al 19esimo, tra i top club europei nel 2011/12, con ricavi totali in calo del 19 per cento a €115,9 milioni, in gran parte a causa della sua mancata qualificazione per la Champions League. Le etrate commerciali sono invece cresciute del sei per cento (36,8 milioni di euro).

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ultimo aggiornamento: 24-06-2013