La maggior parte degli ultras dell’AEK Atene è schierata politicamente “a sinistra”. Il tifo per il club greco ha il suo maggiore radicamento nel quartiere universitario di Exarchia e il principale gruppo della curva dell’AEK, gli “Original21”, è stato in prima linea nelle proteste dopo l’assassinio del giovane Alexis Grigoropoulos per mano della polizia, nel 2008. Pochi giorni fa Giorgos Katidis, giovane e promettente centrocampista ellenico classe 1993 dell’Aek Atene, si è esibito in un’esultanza sicuramente “particolare”. Katidis ha festeggiato il gol vittoria all’83esimo minuto contro il Veria mostrando un saluto nazista (o fascista se preferite) indirizzato alle tribune dello stadio Olimpico di Atene.
La punizione inflitta al calciatore, nel paese in cui “Alba Dorata”, il partito greco di estrema destra in crescita da anni, è stata esemplare: non vestirà mai più la maglia della nazionale greca. La decisione, inedita e durissima, è stata presa dalla federazione greca con un voto all’unanimità dopo l’esultanza con la quale il giocatore dell’AEK Atene. Gli ultras dell’Aek, gli Original 21, non hanno accettato le giustificazioni del calciatore. Katidis ha spiegato il suo gesto con questa parole:
“Conosco la storia dell’AEK. So che è una squadra di rifugiati. Ho dedicato il goal a Michàlis Pavlìs e in nessun modo sono un razzista. Non sono razzista, in nessun modo. Odio il fascismo. Non l’avrei mai fatto se avessi saputo che quel gesto significa una cosa del genere. Conosco le conseguenze e non l’avrei mai fatto. Ho festeggiato in questo modo perché volevo che la gente ci aiutasse di più. Per me non vuol dire niente. E’ stato un festeggiamento che ricorda Alba Dorata, l’ho fatto per far festeggiare la gente in modo più intenso, insieme a noi… Avevo bisogno di un goal. Lo desideravo tanto, perché quello che sta succedendo in queste ultime partite non ci aiuta… Dedico il goal a Michàlis Pavlìs che sta attraversando un periodo difficile ed è una persona a me cara, che non voglio dire chi è…”
Il comunicato di risposta dell’Original 21 è rabbioso. Con il suo annuncio sul sito ufficiale il gruppo chiede ai dirigenti della società dell’AEK di licenziare il giovane calciatore:
“Che eri semplicemente un ridicolo, un esibizionista con la frangetta e con i disegni sul corpo, di un’immaturità inferiore perfino alle tue stesse credenze, lo potevamo tollerare… e con la nostra buona volontà lo scusavamo.. Ma salutare in modo fascista, RIDICOLO INSIGNIFICANTE, NON SI PUO’ PERDONARE IN NESSUNO MODO! Tremano le ossa dei nostri antenati, della nostra stessa storia… dei rifugiati e dei nostri valori antifascisti! Alla fine vali poco come giocatore e come persona! Ormai sei indesiderato e ricercato tra di noi! Le tue lacrime non ci convincono… lo stesso vale anche per le tue scuse! I membri dei “battaglioni di sicurezza” (gruppi che aiutavano i tedeschi durante l’Occupazione nazista, n.d.t.), i collaborazionisti, cioè tutti quelli che prima di te hanno salutato nello stesso modo, avevano anche loro delle scuse. La storia non li dimentica!
NOI, LA GRANDE FAMIGLIA DELL’AEK, DEL RIFUGIO E DEI VALORI UMANI, NON DIMENTICHEREMO MAI!”
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