La sconfitta di Verona contro il Chievo è stato forse il passaggio a vuoto più preoccupante della Sampdoria formato 2014/15 una squadra che ha saputo come al solito reagire con un pareggio tirato nel derby e due vittorie di fila; il mercato di gennaio ha un po’ stravolto gli equilibri nello spogliatoio ma Sinisa Mihajlovic, vera anima di questa squadra, ha saputo rimettere il carrozzone in carreggiata pur necessitando di qualche settimana di assestamento. Ora i blucerchiati respirano nuovamente le zone alte della classifica, si preparano alla trasferta a Roma contro i giallorossi e con un Eto’o che pare essersi integrato coltivano velleità europee più che legittime.

D’altra pare il tecnico serbo dei liguri non si è mai nascosto dietro un dito, già ad agosto proclamava ambizioni importanti per la sua squadra, mantenere le promesse non è mai facile:

“La Sampdoria è la vera rivelazione del campionato: in estate sono stato l’unico allenatore che ha dichiarato in anticipo che l’obiettivo era stare nella parte sinistra della classifica e ci siamo. Le prossime 4-5 partite diranno molto sulle nostre ambizioni”.

Intervistato dal Corriere dello Sport, l’ex difensore tra le altre di Lazio e Inter spiega i suoi metodi e il suo carattere, un tipo da bastone e carota che non sopporta l’insubordinazione all’interno del gruppo, inteso come entità unica e coesa che sfiora i limiti della sacralità:

“Con me c’è il tempo degli elogi e dei rimproveri. Sono sempre giusto e tratto tutti allo stesso modo. Non è vero che sono solo un sergente di ferro perché so anche scherzare nello spogliatoio, ma non transigo sui principi e sulle regole. Ho giocato nella Jugoslavia più forte e più squilibrata di sempre. Non abbiamo vinto nulla perché non basta il talento: senza regole e disciplina non si va da nessuna parte. Prendete Eto’o: non doveva comportarsi così e gliel’ho fatto capire. Le regole valgono per tutti e gli ho parlato chiaramente perché uno che ha vinto come lui deve dare l’esempio, guidare la squadra. All’inizio ci sono state incomprensioni perché abbiamo due caratteri forti, poi ci siamo conosciuti e ha capito”.

Il rapporto col presidente Massimo Ferrero è sempre stato saldo e di reciproco rispetto:

“E’ un presidente che mi dà molta fiducia, che mi tiene partecipe di tutto e che non si intromette nelle mie scelte, cosa che non gradirei. Ci sono stati motivi di scontro, ma sempre in maniera costruttiva e rispettosa. Lui piace alla gente e fa bene al calcio italiano perché porta allegria in un mondo ingessato”.

Ma è chiaro che Mihajlovic serba in cuor suo ambizioni di grandeur per il futuro; queste potranno esplicarsi solo alla guida di un top team allenando top player:

“Sono ambizioso e punto ad una big. Ho avuto proposte dall’estero, ma vorrei rimanere in Italia. Dell’interesse del Milan non so nulla, mentre sulla Roma ho cambiato idea. Qualche anno fa la risposta sarebbe stata no. Poi nella vita si cambia e si ragiona in maniera diversa. Oggi non ho nemici. A me piace allenare i grandi giocatori e per esempio allenerei volentieri Mario Balotelli. Deve essere intelligente e capire che i momenti belli della vita e gli anni passano. Lui ne sta sprecando troppi. Comunque se Ferrero me lo proponesse gli direi sì”.

FC Internazionale Milano v UC Sampdoria - Serie A

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ultimo aggiornamento: 11-03-2015