Due mesi fa non ci credeva più nessuno, l’unico forse a non gettare mai la spugna è stato Eusebio Di Francesco: il Sassuolo, novizio in Serie A e chiaramente in imbarazzo nelle prime uscite stagionali, alla fine si è salvato nonostante qualche errore in corsa della proprietà (il duo Squinzi-Bonato non aveva avuto un’intuizione proprio felicissima nel chiamare Malesani in corsa) e una rosa assemblata oggettivamente in maniera indecifrabile tra eroi della promozione, veterani in cerca di riscatto e un nugolo di altri calciatori giovani ma non proprio espertissimi. Ebbene, nonostante tutto alla fine i neroverdi hanno mantenuto la categoria e se qualcuno ancora si chiede come sia stato possibile, allora forse una spiegazione, una delle diverse che si potrebbero fornire, risiede nelle carte d’identità dei componenti della rosa.
Su 32 calciatori che si sono messi a disposizione di Di Francesco fino ad oggi (esclusi quindi i ceduti a gennaio Kurtic, Valeri e Rossini), ben 26 sono di nazionalità italiana: gli unici stranieri di scena al Mapei Stadium sono stati infatti Mendes (portoghese arrivato dal Parma nel mercato invernale capace di collezionare otto presenze), Ziegler e Chibsah (per lo svizzero e il ghanese 17 gettoni a testa), più tre carneadi dell’attacco e cioè il rumeno Alexe, il brasiliano Farias e il paraguaiano Sanabria, in tre capaci di mettere insieme complessivamente 543 minuti sul terreno di gioco. Tutto il resto è “merce nostrana“, come d’altra parte si può notare analizzando le reti degli emiliani: 42 marcature provenienti da 10 giocatori diversi, tutti come ovvio italiani.
Stiamo parlando di Berardi, 16 gol, Zaza, la metà, e Floro Flores, che è arrivato a 7, a completare il trio meridionale; quindi i 5 centri di Sansone, infine una rete ciascuno per Biondini, Floccari, Longhi e Missiroli. Al gruppo si aggiungono Marzorati e Schelotto, ceduti rispettivamente al Modena e al Parma durante la finestra di mercato del gennaio scorso. Una cooperativa del gol made in Italy sottolineata questa mattina alla Camera dal patron del sodalizio emiliano: “Una cosa della quale sono molto orgoglioso è che siamo l’unica squadra del campionato ad avere giocato il più delle volte con giocatori italiani e che ha segnato gol solo con calciatori italiani” ha detto il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi. Un’eccezione nel mare magnum dell’esterofilia del calcio italiano moderno, una particolarità che ricorda il famoso Piacenza di fine anni ’90, fiero della sua rosa composta da soli giocatori italiani.
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